Ormai sappiamo che Dominick Fernow non si fermerà mai. Qualsiasi sia la direzione, anzi le direzioni, incontenibili della sua produzione artistica non possiamo aspettarci un filtro, una forma di controllo rispetto a una mente in continua, costante, prepotente, soverchiante, creazione.
Dopo l'ultimo ed eccellente disco sotto pseudonimo
Prurient, che l'aveva visto cimentarsi con grandiose partiture sintetiche, oscure e muscolari, e un altalenante album su
Modern Love, l'artista del Wisconsin giunge al primo vero
full length ideato e concepito come tale per Vatican Shadow. Dopo una dozzina di uscite su cassetta e vinili contenti materiale sparso, “Remember Your Black Day”, arriva senza però chiudere un cerchio, senza sigillare una stagione dell'anima del suo padrone.
Quello che ci troviamo di fronte sono otto composizioni di lucida oscurità, che trasmettono un lavoro finalmente più dettagliato e coerente al suo interno, e una pulizia sonora maggiore.
Costruite secondo una formula ambient che muta in pattern techno dai toni oscuri, i nuovi paesaggi di Vatican Shadow sono la texture sonora ideale di una caccia a Saddam o Osama Bin Laden. Una visione però ormai troppo consumata dalla iperproduzione dell'artista per sorprendere o affascinare. I minuti passano diretti uno dopo l'altro come in un film d'azione discreto, ma che abbiamo visto ormai troppe volte.
Solo in coda alla tiranneggiante title track troviamo un pugno di brani capaci di coinvolgerci in un delirio techno industriale, epilettico quanto basta per interrompere la quiete malsana in cui eravamo stati condotti.
Il “primo” album di Vatican Shadow tradisce una bulimia che ha desertificato in buona parte l'impegno di Fernow. Intanto è uscito un nuovo Ep a suo nome.
08/12/2013