William Tyler

Impossible Truth

2013 (Merge)
fingerpicking

Non ottieni la perfezione con William (sospetto che questa osservazione gli vada bene); ma intrichi e vagabondaggi, il sentiero largo, profondo e arcano che porta alla trascendenza.
MC Taylor, Hiss Golden Messenger

Sarà forse facile affibbiare etichette lise come “trascendente” alla musica di William Tyler. Eppure anche in “Impossible Truth” il chitarrista americano sfida le sfere celesti armato della sua chitarra e della sua purezza d’animo, consapevole che le domande, per quanto dure, non possono ferire.
Approdato alla Merge, il chitarrista di Nashville si avvicina come non mai all’epica Fahey-iana, aprendo visioni di nuovi continenti con i suoi pattern di conquista (“The Last Residents Of Westfall”, la dronica “Cadillac Desert”), con i suoi lamenti blues-western (“The Geography Of Nowhere”), con le sue conversazioni tra fantasmi (“We Can’t Go Home Again”).

La musica di Tyler è sì liturgica (e quindi trascendente), ma più nel senso che sembra aderire, monolitica, a canoni prefissati: tutto è prevedibilmente splendente, o prevedibilmente drammatico. Sfuggono insomma i vertici espressivi di un Blackshaw, ma anche il furore contemplativo di Tyson Vogel, in favore di un più blando sentimento agrodolce.

13/04/2013

Tracklist

1. Country of Illusion
2. The Geography of Nowhere
3. Cadillac Desert
4. We Can’t Go Home Again
5. A Portrait of Sarah
6. Hotel Catatonia
7. The Last Residents of Westfall
8. The World Set Free

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