Nel periodo di tempo intercorso tra i primi due album di Artemoltobuffa, aspetti come la delicatezza, la semplicità, la capacità di raccontare con garbo storie basate sulle piccole emozioni quotidiane nelle quali chiunque poteva rispecchiarsi, non erano certo visti come dei punti di forza nel sentire comune del panorama indipendente italiano. La prospettiva si è ora praticamente capovolta, perché adesso sembra che basti avere solo questi pregi per far presa sul pubblico, senza che sia importante la presenza di un reale valore poetico della propria opera. Un terreno in apparenza fertile per un eventuale ritorno di Alberto Muffato, che però si concretizza solo ora, a ben sette anni di distanza da “L’Aria Misteriosa”. Muffato è accompagnato in tutto il percorso del disco da Fabio De Min (Non Voglio Che Clara) e Massimiliano Bredariol (Valentina Dorme), che già avevano lavorato con lui in passato, e talvolta appaiono anche Mario Pigozzo Favero (anche lui Valentina Dorme) e Emiliano Pasquazzo.
Sarebbe bello se questo disco venisse accolto con lo stesso clamore riservato agli artisti celebrati che puntano sui pregi di cui sopra, ma è difficile prevedere le reazioni degli ascoltatori e soprattutto le dinamiche che le generano, per cui concentriamoci solo sul disco in sé. Per alcuni versi, “Las Vegas Nel Bosco” è un naturale ampliamento di quanto proposto nel disco precedente: lì il suono era già piuttosto curato ma qui aumenta il livello di dettaglio; lì c’era un uso sporadico e mirato delle armonie vocali e qui, quando appaiono, esse sono ancora più d’impatto, con uno strano equilibrio tra allargamento della struttura sonora complessiva e rottura della stessa; lì in alcuni casi il songwriting usciva dallo schema strofa-ritornello e qui, quando succede, lo sviluppo del brano è ancora più articolato. Le novità sono invece rappresentate dalla capacità di utilizzare, alla bisogna, suoni elettrici e vagamente abrasivi, che arricchiscono l’impianto complessivo senza minarne la morbidezza e l’attitudine introspettiva, e le tematiche trattate dai testi, basate su storie vissute quando la tarda adolescenza la si è superata da un pezzo e al massimo quegli anni vivono nei ricordi.
L’aspetto più importante del disco, però, è quello che si evocava all’inizio, ovvero la capacità di dare un alto valore poetico alla delicatezza, all’introspezione nella quale un po’ ci si guarda dentro ma un po’ si guarda anche per aria, alla voglia di fare qualcosa che davvero sia adatta a essere ascoltata da chiunque ma senza furbizie né compromessi. La tripletta iniziale è da brividi e riassume un po’ tutti gli elementi sopra specificati: “Il Bello Delle Onde” fa interagire alla perfezione una melodia e un timbro vocale particolarmente limpidi con un suono ben più robusto e sporco di quanto l’autore ci abbia mai mostrato; la title track ha sia l’utilizzo di rottura delle armonie vocali d’impatto che lo sviluppo articolato, con la coda finale che non ti aspetti; “Fino A Lunedì” racconta di una storia d’amore a distanza vissuta in età adulta. Tutte queste tre canzoni hanno melodie, suoni e testi di altissima qualità e sono fortemente espressive ed evocative delle sensazioni di cui sono portatrici, insomma, hanno un alto valore poetico.
Le altre tracce sono su un livello impercettibilmente inferiore, quindi sono comunque bellissime, sia quando rientrano negli schemi più classici della canzone (“Fiori D’Ombra”), che quando ripropongono qualche svolazzo sonoro o compositivo in più (l’uso delle tastiere in “I Terrapieni” e il crescendo in “Tenere Assieme”), ma soprattutto quando il testo è dotato di particolare arguzia (“Sentimento Scaligero”). Bello anche il rifacimento di “Grace Cathedral Park” dei Red House Painters, ribattezzata “Il Crepuscolo”, poiché Muffato riesce a trasporre con naturalezza nel proprio stile la melodia di Kozelek.
Non sono importanti le caratteristiche stilistiche, quelle compositive o le tematiche trattate in sé, ma la qualità di un disco è fatta dal valore aggiunto poetico che si riesce a dare alle proprie composizioni. E Muffato è riuscito a conferirne davvero tantissimo a queste 11 canzoni. Bentornato.
17/06/2014