Che gli Egokid siano diventati, un album dopo l'altro, uno dei nomi di punta della scena indipendente italiana, è ormai sotto gli occhi di tutti. Gli esordi ancora acerbi con “Minima Storia Curativa” e il netto passo avanti compiuto nel 2011 con “Ecce Homo” raccontano, infatti, di un progetto che nel corso del tempo – ovvero di una manciata di anni - ha saputo dare un'impalcatura sonora stabile e coerente alle tante idee che certo non fanno difetto al gruppo composto da Diego Palazzo, Piergiorgio Pardo, Davide Debenedetti, Cristian Clemente, Fabrizio Bucchieri e Giacomo Carlone.
Già, perché in fondo a chi suona, oggi, non si chiede poi molto: di avere qualcosa da dire, magari, e di saper tradurre questo qualcosa in una musica che sappia coinvolgere, addirittura emozionare. Gli Egokid si insediano in pieno territorio pop-rock italiano - un ambito che ha certamente vissuto stagioni migliori - e lo infarciscono di un'eleganza tutta peculiare, decidendo in “Troppa gente su questo pianeta”, a dispetto del titolo, di mettere da parte l'ironia per focalizzarsi su tematiche più riflessive: la realizzazione personale, il destino, la malattia, i dolori della crescita. Storie private, eppure universali, raccontate con uno stile asciutto e vivo, sebbene talvolta troppo autoindulgente.
Scritta a quattro mani con Samuele Bersani, e già uscita nel suo “Nuvola Numero Nove”, “Il Re Muore”, epica cavalcata sull'amore che finisce, trova nella versione degli Egokid ulteriore profondità e tensione lirica. Pochi dubbi circa il fatto che sia questo, almeno per il momento, il picco artistico del combo milanese. “La Madre” si muove sotto traccia, ma non rinuncia all'apertura melodica del ritornello. Più estroversa “Un'Altra Dimensione”, sostenuta da una fitta trama percussiva a scuoterne le mura in un moto dalle tinte decadenti. “Il Mio Orgoglio” torna a virare su inflessioni Baustelle-iane, mentre l'amore è argomento per la ballata “L'Alieno” - per assurdo, forse il brano meno avvolgente del lotto – e i retaggi anni Ottanta de “Solo Io e Te”, nei quali il pop degli Egokid deflagra in tutta la sua potenza espressiva. E ancora il mid-tempo rock “Che Tempo Fa”, la delicatezza di “Frasi Fatte” che non raggiunge mai il climax, il synth-pop di “Non Balliamo Più” e la cadenza reggae de “La Malattia”, che svolta infine in territori sintetici.
“Troppa gente su questo pianeta” è un disco capace di sfoderare lampi di classe e personalità, evidenziando una crescita stilistica ormai giunta a compimento: il presente del pop-rock italiano passa anche da qui.
31/01/2014