Già a partire dal design scelto per la cover è facile intuire la continuità sottolineata fra questo breve assaggio e il suo “sviluppo” sulla lunga durata: potremmo parlare di “Walizka” come del contenitore delle basi stilistiche che sarebbero poi state sviluppate in “People Do”, espresse qui in una forma decisamente più pura e incontaminata. Una sorta di prequel, insomma. A risultarne sono tre brevi frammenti che tendono a esprimersi con maggiore spontaneità inquadrando da tre prospettive differenti uno stile stavolta ben definito, che vede in prima linea il pianoforte, contornato da costanti e soffusi ritmi dub. Altra caratteristica è il suono decisamente sporco e fumoso che fa da contraltare alle limpide note, ancora lontane dal clima chill che avrebbero assunto poi.
La title track è addirittura agitata da un'ossatura ritmica quasi ballabile, sulla quale il pianoforte ricama una melodia nitida e penetrante, in un quadretto perfetto per la colonna sonora di un film fantasy: il tocco di Nils Frahm, presente al mixer e come sponsor dell'intera operazione, ha il merito di lavare via la patina accademica in eccesso.
“Kompass” si inabissa su lidi più oscuri allentando la presa e dilatando i tempi, cullata dai languori di un sintetizzatore in una foresta umida, mentre “Drift” è forse il pezzo più elaborato, costruito su un dub ipnotico “vittima” ben presto delle incontrollabili esondazioni del piano. Il tutto è frutto esclusivamente di session improvvisate e la differenza nella spontaneità delle ambientazioni si fa sentire non poco.
Nuovi e inediti sono invece i quattro remix che, come da consuetudine, vengono aggiunti a questa repress fisica. L'incontro con i Piano Interrupted è forse il più prevedibile, considerata la vicinanza sonora fra il loro percorso e quello di Lemke: la loro versione della bella title track è arginata dai tipici “ostacoli” elettronici, che qui finiscono però per snaturare la purezza del pezzo. “Kompass” viene invece prima rinchiusa in una camera a isolamento termico dall'abilissimo Saffronkeira, e poi liberata nel mezzo di una desolata e gelida distesa di droni dal misterioso Everyday Dust. A offrire le sue cure a “Drift” è invece un Petrels sempre più in palla, che la rivolta tirandone fuori una gemma che gioca sull'intermittenza armonia-rumore.
Un piccolo gioiello da conservare gelosamente.
(09/06/2014)