Nelle puntate precedenti di She & Him: una nuova ragazza è arrivata in città. Occhi luccicanti, immancabile frangetta e un’insana passione per la moda vintage: tutto il necessario per fare breccia nei cuori hipster. Ma lei preferisce la compagnia di un chitarrista, un tipo schivo che scrive canzoni folk. Tutti e due adorano i vecchi dischi. E, un bel giorno, decidono di mettere in piedi un duo musicale.
Se She & Him fossero una serie televisiva alla “New Girl”, il nuovo “Classics” sarebbe la stagione in cui crescono gli ascolti, ma la storia comincia a girare su sé stessa. Quando i personaggi e gli intrecci diventano così familiari da non riservare più sorprese. Dopo quattro album all’insegna di un suono sempre più riconoscibile, Zooey Deschanel e M. Ward firmano il fatidico passaggio a una major. E lo fanno con una raccolta di cover che, anziché giocare con i rimandi, preferisce mettere in fila in maniera più esplicita che mai la lista delle influenze della coppia. Del resto, le loro canzoni hanno sempre avuto le sembianze di cover apocrife di un’altra epoca: “Classics”, in fondo, non è altro che la chiusura del cerchio.
La nostalgia, si sa, è tutta questione di distanza. Il tempo può trasformare quella che ieri era la colonna sonora di un qualunque salotto borghese nell’ultima sensazione indie. Perché quel salotto ormai è un ricordo lontano, e frugare nella collezione di vinili dei genitori è come mettersi a danzare con una memoria, con un’immagine idealizzata. Proprio come Zooey Deschanel nel video di “Stay Awhile”, impegnata a volteggiare per le stanze di uno stilosissimo appartamento abbracciata a un partner invisibile.
“Ho sempre amato tutto quello che suonava antiquato”, confessa l’attrice e cantante californiana, “come se fosse un piccolo tesoro nascosto. In confronto con la musica di una volta, quella di adesso mi sembra senz’anima”. E M. Ward le fa subito eco: “La vecchia musica era registrata meglio, concedeva più respiro all’ascoltatore, lasciava più spazio al sogno”.
Per “Classics”, la Columbia mette allora a disposizione di She & Him una vera e propria orchestra di venti elementi, pronta ad accompagnare i due nella registrazione dei loro brani preferiti. Inevitabilmente, l’essenzialità pop dei primi dischi cede il passo a una cornice più sofisticata, in cui archi e fiati conquistano uno spazio crescente, dalla rilettura del vecchio successo di Maxine Brown “Oh No, Not My Baby” agli ammiccamenti di “Teach Me Tonight”.
C’è il Frank Sinatra degli anni d’oro di “Time After Time” e c’è il Burt Bacharach declinato al femminile di “This Girl’s In Love With You”, ci sono i film in bianco e nero (“It’s Not For Me To Say”) e ci sono le luci di Broadway (“Would You Like To Take A Walk”). La chitarra di Ward vola lieve su “Stay Awhile” di Dusty Springfield, tesse delicatamente l’abito da sera al caposaldo jazz “Stars Fell On Alabama”. E se i cori delle Chapin Sisters danno un tono etereo alla versione rallentata di “Unchained Melody”, la tromba che sfiora “We’ll Meet Again” ritrova alla fine l’anima folk del duo.
Gli arrangiamenti conservano il loro equilibrio (e una parte tutt’altro che secondaria del merito va alla mano di Ward). Ma il gusto citazionista da cui i due erano partiti trascolora in un’immedesimazione sempre più fedele rispetto ai modelli originali. Tanto che, alla fine, diventa quasi impossibile distinguere i classici di Matt e Zooey da un pezzo di modernariato a tutti gli effetti. Una copia curata fin nei minimi dettagli, ma pur sempre una copia.
07/12/2014