She & Him

She & Him

Cuori sentimentali

Inguaribili romantici e strenui appassionati di vecchi dischi pop: Zooey Deschanel e M. Ward incarnano il duo twee per eccellenza. Dopo aver scoperto quasi per caso le loro affinità elettive su un set cinematografico, hanno dato vita sotto l’egida di She & Him a un juke-box di canzoni dai colori pastello e dal gusto inconfondibilmente vintage. Con tutto il candore di chi non teme di rivelare il proprio cuore nostalgico

di Gabriele Benzing

“What can you do with a sentimental heart?”

 

Lei ha una bellezza ingenua, occhi luccicanti e sorriso timido. Lui preferisce rimanere defilato, chino sulla propria chitarra. Lei è Zooey Deschanel, attrice emergente del cinema americano. Lui è M. Ward, alfiere del cantautorato folk del nuovo millennio. Sin dalla prima volta che si sono incontrati, hanno subito capito di avere in comune la stessa passione per i vecchi dischi pop. E hanno deciso di diventare She & Him.

Ma meglio fare un passo indietro: è il 2006 quando il regista Martin Hynes viene convinto da uno dei suoi produttori ad andare a un concerto dei Bright Eyes, in cerca di artisti da coinvolgere nella colonna sonora del suo road movie “The Go-Getter”. Il caso vuole che ad aprire il concerto ci sia proprio M. Ward: Hynes capisce subito che è lui quello che sta cercando. Non contento di attingere alle precedenti canzoni di Ward (“Vincent O’Brien” viene scelta per una delle scene iniziali del film), il regista gli chiede di incidere per i titoli di coda un duetto con una delle protagoniste: Zooey Deschanel, per l’appunto. La scelta cade su “When I Get To The Border” di Richard e Linda Thompson, che i due interpretano con perfetta sintonia e immedesimazione. Ward, che aveva già sentito Zooey cantare nel film “Elf”, rimane stupito dal suo talento e scopre che, in realtà, l’attrice ha già scritto diverse canzoni, ma non si è mai decisa a pubblicarle.

 

La coppia si lascia con la promessa di rimanere in contatto e ben presto nella casella e-mail di Ward cominciano ad arrivare i demo di Zooey Deschanel. “Ho dovuto superare un bel po’ di paura per riuscire a mandare a Matt le mie canzoni”, ricorda. “Per anni avevo tenuto tutto per me. Ero molto nervosa al momento di inviare qualcosa a Matt per rompere il ghiaccio. Così ho deciso di cominciare con una cover”. La cover è la tradizionale “Swing Low, Sweet Chariot”, e Ward se ne innamora subito. I due lavorano insieme a distanza sui primi bozzetti di Zooey, per poi ritrovarsi in studio a completare l’opera. Una collaborazione che, nel marzo del 2008, permette al primo disco a nome She & Him, Volume One, di fare la sua apparizione.

Le canzoni dell’album, a partire dal fortunato singolo “Why Do You Let Me Stay Here?”, sono un fiorire di armonie vocali, giocattoli doop-wop, fischiettii spensierati e romanticismo d’antan. “La mia più grande fonte di ispirazione sono sempre stati i vecchi dischi”, osserva Ward. “Per cui, quando si tratta di lavorare su una canzone, il desiderio è quello di presentarla in una maniera capace di rendere onore alle proprie memorie musicali e al tempo stesso di suonare attraente al proprio orecchio”. La scelta delle citazioni, del resto, parla chiaro, dai Beatles di “I Should Have Known Better” a “You Really Got A Hold On Me” di Smokey Robinson. E l’inserimento come ghost track alla fine del disco della versione originaria di “Swing Low, Sweet Chariot” riporta per un attimo tra le pareti della cameretta di Zooey, dove la storia di She & Him ha cominciato a sbocciare.

 

La formula dell’esordio si ripropone con maggiore sicurezza e confidenza nel 2010 in Volume Two, pur scontando un pizzico di prevedibilità in più. Fin dal titolo, il disco non lascia dubbi sul desiderio di porsi in diretta continuità con il capitolo precedente. Pienamente a proprio agio al centro della scena, Zooey Deschanel si destreggia con leggerezza tra brani autografi e cover, riservando al suo compagno d’avventura il compito di confezionare alle canzoni abiti dai colori smaglianti e dal taglio vintage.

L’iniziale “Thieves” è puro juke-box anni Cinquanta, mentre “In The Sun” combina uno spensierato incastro di call and response con l’andamento flessuoso degli arrangiamenti di Ward. “In origine era più lenta e con una classica progressione di accordi jazz”, spiega Zooey, “ma quando siamo andati in studio Matt ha provato a metterci un beat alla Bee Gees e la canzone ha preso vita in una maniera totalmente inaspettata”. Con l'ausilio dei Tilly And The Wall, “In The Sun” non fatica a sedurre a prima vista, anche grazie al video diretto dal regista di “Yes Man” Peyton Reed.

 

La dichiarazione d’amore di She & Him per le armonie solari passa ancora una volta attraverso i riferimenti più o meno espliciti che percorrono il disco, da “Ridin’ In My Car” dei NRBQ (che offre l’occasione per l’unico duetto vero e proprio del disco tra i due) a “Gonna Get Along Without You Now” di Skeeter Davis, fino all’omaggio ai Beach Boys sulle note a cappella di “If You Can't Sleep”. “È divertente prendere cose da Gershwin e Cole Porter e farle suonare come pop music”, spiegano i due con entusiasmo. Non c’è da stupirsi, allora, di trovare una delicata rilettura del Phil Spector di “I Can Hear Music” come b-side del singolo “In The Sun”.

Come da copione, la scrittura gravita intorno al cuore sentimentale di Zooey Deschanel, che apre il suo diario dispensando consigli e confidenze. Nessun ingrediente è lasciato al caso: una spruzzata di Beatles (“I'm Gonna Make It Better”), qualche venatura soul (“Sing”), una filastrocca in punta di chitarra (“Brand New Shoes”), persino un accenno di flamenco (“Lingering Still”). Tutto deliziosamente cesellato, tutto volutamente adorabile e fuori dal tempo: una calligrafia così gentile e curata da rischiare alla lunga di risultare leziosa. Per fortuna, a Zooey Deschanel basta un sorriso per rendere tutto lieve in un battito di ciglia.

 

“Change is hard”

 

A Very She & Him ChristmasZooey Deschanel crede fermamente nell'esistenza di Santa Claus: ne ha avuto la prova inconfutabile a dieci anni, quando ha ricevuto come regalo di Natale due set del piccolo chimico identici... Impossibile che i suoi genitori fossero così storditi da averle comprato un regalo doppio: almeno uno doveva venire per forza da Babbo Natale!

Non c’è da stupirsi, allora, di ritrovare nel 2011 She & Him alle prese con una raccolta di brani natalizi. Del resto, il primo exploit con cui Zooey Deschanel aveva rivelato a tutti le sue doti canore era stato proprio sulle note della classica “Baby, It’s Cold Outside”, in una scena del film “Elf” del 2003.

A Very She & Him Christmas è un pacchetto da scartare con lo sguardo candido e il sorriso malinconico di una striscia dei Peanuts. Il repertorio è quello tipico di quel filone tutto americano di canzoni a base di fiocchi di neve, renne e caminetti scoppiettanti, in cui il Natale politicamente corretto si trasforma in una holiday season da cartolina. Dal vecchio giradischi di casa spuntano i “Christmas album” di Vince Guaraldi, dei Beach Boys e, ovviamente, di Elvis Presley. Tutto ritrovato secondo una “new old-fashioned way”, come suggeriscono i versi dallo spigliato sapore Fifties di “Rockin’ Around The Christmas Tree”.

 

Per una volta, nella coppia, il ruolo del protagonista spetta a Ward: sono gli intrecci eleganti della sua chitarra, infatti, a salvare A Very She & Him Christmas dalla (sin troppo facile) trappola della stucchevolezza. Gli arrangiamenti e le orchestrazioni dei primi due volumi firmati She & Him lasciano il posto così a un’atmosfera rarefatta e dall’anima intimamente acustica: canzoni per la mattina di Natale, fatte per cullare un silenzio colorato di luci intermittenti.

Invece della consueta profusione di archi e campanelli, “Silver Bells” si accontenta di un ukulele per accompagnare la voce di Zooey Deschanel, mentre “Have Yourself A Merry Little Christmas” assume le vesti di un sussurro romantico e ammaliante. Tra il tocco di pianoforte di “The Christmas Waltz” e i cori di “Little Saint Nick”, il passo si fa più svelto sulla slitta di “Sleigh Ride”, scivolando sul manto soffice del canto. M. Ward conquista il microfono in “Christmas Wish”, per poi recitare la parte del ritroso nell’ironico gioco di seduzione di “Baby, It’s Cold Outside”, rivisitato a parti invertite rispetto ai canoni, con Zooey ad assumere i panni della tentatrice.

 

Per il nuovo capitolo vero e proprio del loro connubio occorre aspettare però il 2013, con Volume 3. Zooey Deschanel torna nel suo personale paese delle meraviglie, ritrovandolo esattamente come l’aveva lasciato: una bolla di sapone in cui sembra splendere sempre il sole, una dimensione dove tutto è a tinte pastello come nel video girato dall’attrice per “I Could’ve Been Your Girl”. Ma il senso di déjà vu è dietro l’angolo, visto lo stretto legame che unisce l’album ai due volumi precedenti. Forse è il successo televisivo raccolto nel frattempo dalla serie “New Girl” a rendere il personaggio di Zooey Deschanel un po’ più stereotipato, ma la sensazione è che le sue canzoni finiscano per suonare sempre più uguali a sé stesse, adagiandosi su una formula che rischia di mostrare la corda.

Ancora una volta, è la spontaneità la carta che salva la musica di She & Him dalla scontatezza. “Entrambi amiamo lavorare con immediatezza e catturare, se non proprio la prima registrazione, quantomeno l’atmosfera della prima registrazione”, spiega M. Ward. “La voce è la parte più importante di una canzone. Deve suonare come se il cantante stesse scoprendo la canzone in quel momento”.

 

Anche in Volume 3 le cover non mancano: a fianco delle riletture di “Baby” di Ellie Greenwich e della classica “Hold Me, Thrill Me, Kiss Me”, portata al successo negli anni Sessanta da Mel Carter, a brillare è soprattutto la declinazione in chiave rockabilly di “Sunday Girl” di Blondie, in cui Zooey Deschanel sfoggia una dose supplementare di charme con il suo incantevole francese. “Era una delle mie canzoni preferite alle superiori”, ricorda. “È uscita un po’ prima dei miei tempi, ma avevo una cassetta che mi aveva fatto un mio amico. Ci siamo accostati a questo brano immaginando che cosa sarebbe successo se Buddy Holly avesse cantato una canzone di Blondie”.

Quanto alle nuove canzoni autografe, le variazioni sul tema offrono solo a tratti qualche sfumatura di novità, dal passo funkeggiante di “Together” al piano solitario di “London”, passando per i fiati in stile Motown di “Snow Queen”. Tutto delizioso come sempre, tutto troppo come sempre. In fondo, Zooey lo ripete sin dal primo volume: “Change is hard, I should know”.

 

“We’ll meet again, some sunny day”

 

ClassicsDopo quattro album all’insegna di un suono sempre più riconoscibile, Zooey Deschanel e M. Ward firmano nel 2014 il fatidico passaggio a una major. E lo fanno con una raccolta di cover che, anziché giocare con i rimandi, preferisce mettere in fila in maniera più esplicita che mai la lista delle influenze della coppia. Del resto, le loro canzoni hanno sempre avuto le sembianze di cover apocrife di un’altra epoca: Classics, in fondo, non è altro che la chiusura del cerchio.

La nostalgia, si sa, è tutta questione di distanza. Il tempo può trasformare quella che ieri era la colonna sonora di un qualunque salotto borghese nell’ultima sensazione indie. Perché quel salotto ormai è un ricordo lontano, e frugare nella collezione di vinili dei genitori è come mettersi a danzare con una memoria, con un’immagine idealizzata. Proprio come Zooey Deschanel nel video di “Stay Awhile”, impegnata a volteggiare per le stanze di uno stilosissimo appartamento abbracciata a un partner invisibile.

“Ho sempre amato tutto quello che suonava antiquato”, confessa l’attrice, “come se fosse un piccolo tesoro nascosto. In confronto con la musica di una volta, quella di adesso mi sembra senz’anima”. E M. Ward le fa subito eco: “La vecchia musica era registrata meglio, concedeva più respiro all’ascoltatore, lasciava più spazio al sogno”.

 

Per Classics, la Columbia mette allora a disposizione di She & Him una vera e propria orchestra di venti elementi, pronta ad accompagnare i due nella registrazione dei loro brani preferiti. Inevitabilmente, l’essenzialità pop dei primi dischi cede il passo a una cornice più sofisticata, in cui archi e fiati conquistano uno spazio crescente, dalla rilettura del vecchio successo di Maxine Brown “Oh No, Not My Baby” agli ammiccamenti di “Teach Me Tonight”.

C’è il Frank Sinatra degli anni d’oro di “Time After Time” e c’è il Burt Bacharach declinato al femminile di “This Girl’s In Love With You”, ci sono i film in bianco e nero (“It’s Not For Me To Say”) e ci sono le luci di Broadway (“Would You Like To Take A Walk”). La chitarra di Ward vola lieve su “Stay Awhile” di Dusty Springfield, tesse delicatamente l’abito da sera di “Stars Fell On Alabama”. E se i cori delle Chapin Sisters danno un tono etereo alla versione rallentata di “Unchained Melody”, la tromba che sfiora “We’ll Meet Again” ritrova alla fine l’anima folk del duo.

Gli arrangiamenti conservano il loro equilibrio (e una parte tutt’altro che secondaria del merito va alla mano sapiente di Ward). Ma il gusto citazionista da cui i due erano partiti trascolora in un’immedesimazione sempre più fedele rispetto ai modelli originali. Tanto che, alla fine, diventa quasi impossibile distinguere i classici di Matt e Zooey da un pezzo di modernariato a tutti gli effetti. Una copia curata nei minimi dettagli, ma pur sempre una copia.

She & Him

Discografia

Volume One (Merge / Domino, 2008)

6,5

Volume Two (Merge / Domino, 2010)

6,5

A Very She & Him Christmas (Merge, 2011)

6,5

Volume 3 (Merge / Double Six, 2013)

6

Classics (Columbia, 2014)

6

Pietra miliare
Consigliato da OR

Streaming

Why Do You Let Me Stay Here?
(da "Volume One", 2008)

You Really Got a Hold On Me
(live, da "Volume One", 2008)

In The Sun
(da "Volume Two", 2010) 
Baby, It's Cold Outside
(da "A Very She & Him Christmas", 2011)
I Could've Been Your Girl
(da "Volume 3", 2013)
Stay Awhile
(da "Classics", 2014)  

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