Pur non avendo brillato per inventiva nella scelta del loro nome, i Woods Of Desolation guidano dalle prime file la nuova ondata del black metal “spurio” emersa negli anni più recenti. A otto anni dal loro esordio sono stati in grado di attuare una svolta decisiva, dando alle stampe lo struggente ed emblematico “Torn Beyond Reason”. I tratti distintivi di quel piccolo gioiello vengono portati alle estreme conseguenze in “As The Stars”, secondo album pubblicato su Northern Silence.
L'accento sulla componente melodica dei loro riff si pone anche stavolta come inequivocabile cifra stilistica, ma con una densità tale da sfiorare l'estetica screamo. Nella loro singolare formula i WOD hanno tuttavia il raro pregio di conservare intatti gli stilemi black metal, tanto nella ritmica quanto nell'alternanza dei chiaroscuri – tonalità maggiore e minore. La continua spinta verso un livello di saturazione emotiva ricorda altresì il livello di “climax costante” raggiunto dagli svedesi Immanu El, tra gli ultimi baluardi del post-rock epico; ma le intersezioni con i generi adiacenti sono perlopiù sporadiche reminiscenze, in quantità sufficiente a differenziare il gruppo dalla sua ventennale matrice.
La lettura della tavolozza di “As The Stars” si fa così ancor più netta, prestandosi assai meno a letture diverse tra sensibilità individuali. Nondimeno la densità dell'atmosfera, che preferisce sempre il lato strumentale a quello vocale – anche acusticamente in secondo piano – ci immerge in uno spleen che mira al sublime come la recente “Dream House” dei Deafheaven o le solenni estasi di Justin Broadrick (basta che non si finisca per includere anche loro nel confuso girone blackgaze).
Rimasta intatta la qualità della loro proposta, si percepisce con chiarezza un ulteriore passo avanti nella definizione di un sound monumentale, ormai ben al di là della soglia espressionista. “As The Stars” è un album breve ed estremamente omogeneo, e benché nessun brano si faccia notare più degli altri, in men che non si dica vengono raggiunte inedite vette d'intensità, a tratti insostenibili se si è inclini alla melanconia. Come già i Liturgy, anche i Woods Of Desolation hanno raggiunto la loro personale, fulgidissima forma di trascendenza.
24/01/2014