Dust

On The Go

2015 (Sherpa Records)
alt-rock, songwriter

Ci sono debutti nati sulle ali dell’entusiasmo per la nascita di una band e ce ne sono altri che invece arrivano dopo un lungo percorso. I Dust, da Cormano, hinterland nord di Milano, sono attivi dal 2009 e hanno dapprima pubblicato alcuni lavori autoprodotti. Poi, nel 2012, c’è stata la prima uscita ufficiale, sotto forma di un Ep intitolato “Kind”. Come ci dicono nella nostra intervista di prossima pubblicazione, “i primi lavori autoprodotti avevano anzitutto l’obiettivo di consolidare l’alchimia del gruppo e iniziare a definire un’intenzione nell’interpretare i brani”. Evidentemente la band ha deciso che questi scopi erano stati raggiunti e che fosse il momento di entrare a pieno regime nel mercato discografico, quindi ecco questo “On The Go”, primo sforzo sulla lunga distanza.

Il lavoro è caratterizzato dalla voglia di integrare un’attitudine leggermente dark, alla National per intenderci, con un retrogusto classic rock statunitense che ha i Wilco come principale riferimento. Troviamo, quindi, un timbro vocale pieno e cupo allo stesso tempo, melodie sempre nitide ma di stampo più da canzone d’autore che non squisitamente pop e un uso di chitarre, tastiere e sezione ritmica che ha come risultato finale il tessuto sonoro che fa incontrare le due caratteristiche di cui sopra.
C’è una buona varietà sia negli arrangiamenti, sia nel songwriting e anche nel modo in cui le diverse soluzioni sonore vengono associate a quelle compositive. L’attenzione per i dettagli è quasi maniacale, ma allo stesso tempo il disco non sacrifica l’impatto emotivo, che anzi emerge bene dall’ascolto di questi 10 brani.

Tutto riesce perfettamente, a cominciare da un lavoro della voce ottimale nel dare la giusta concretezza all’insieme sonoro e compositivo, grazie alle descritte caratteristiche di timbro e di melodie. Dell’aspetto sonoro, piace soprattutto la capacità di svariare dal punto di vista dell’intensità, con le classiche alternanze vuoto – pieno, mantenendo un’ideale compattezza di fondo. Dal punto di vista compositivo, anche qui convince la capacità di muoversi su diversi registri stilistici dando sempre l’impressione di una scrittura lucida e efficace.

I primi tre brani del disco possono già rappresentare uno spaccato esauriente di tutta l’opera.
“Millennium” è secca, diretta e propulsiva, “If I Die” è morbida e sinuosa ma anche incalzante, “Cinema Pt. 1” hai toni e ritmo più rilassati e allo steso tempo uno sviluppo non lineare e costantemente in divenire.
Ma ogni canzone dà un contributo proprio a tutto l’insieme, tra la pulizia di “It’s Been A Long Time”, il suono volutamente grezzo di “I’m Not Here”, la particolare forza emozionale della title track, la leggerezza di “Drifted”. Interessante anche l’esperimento di “Nell’Aria”, brano prevalentemente strumentale che crea un’atmosfera evocativa, con le poche parole cantate per una volta in italiano.
In un lavoro così ricco di sfumature, è poi sempre importante saper accostare i brani l’uno all’altro in sede di tracklist, e anche qui tutto funziona per il meglio.

In definitiva, la parola “maturità” può essere associata senza remore a questo sestetto, poiché tutti gli anni di lavoro prima di questo disco sono decisamente serviti per imparare a fare le cose per bene, ovvero prendersi dei modelli ma rielaborarli con gusto e personalità e realizzare canzoni formalmente impeccabili e allo stesso tempo fatte col cuore.

25/03/2015

Tracklist

  1. (Our Alien) Millennium
  2. If I Die
  3. Cinema Pt.1
  4. It’s Been A Long Time
  5. I’m Not Here
  6. On The Go
  7. Drifted
  8. Nell’Aria
  9. Cinema Pt.2
  10. Not A Tear


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