Di tutti, Courtney forse è quello che più si identifica nei Real Estate, e questo “Many Moons” è il più vicino di questi progetti paralleli alla band di provenienza, abbastanza da chiedersene il senso, se non in una gemmazione di carriere soliste che escludono la prosecuzione di quella iniziata insieme. Un po’ come (forse) è successo ai Fleet Foxes.
Se proprio vogliamo trovare qualche differenza in “Many Moons”, è in uno stile più riflessivo e cantautorale, che non disdegna di arricchirsi di arrangiamenti per archi (“Asleep”, “Before We Begin”), tra educati amarcord Beatles-iani (“Little Blue”) e controllati garage-country profumati di West Coast (“Asleep”). Si giunge così a una sorta di colloquialità con l’ascoltatore, grazie al sound come al solito impeccabile, ormai fissatosi come riconoscibile in chi segue la band.
In generale, però, pochi dei brani danno qualcosa in più del solito, elegante easy listening chitarristico, sorretti da soluzioni strumentali già ampiamente sperimentate e consolidate.
(24/10/2015)