Quarant'anni di attività (giusto quest'anno ricorre l'anniversario!) e ben ventidue dischi: forse troppi, soprattutto se quello che dovevi dire lo hai detto da tempo… Comunque sia, partire a razzo, con l’uptempo scalmanato e trascinante di “Victory Or Die” è sempre un piacere, accompagnati da un chitarrista che sa il fatto suo (Phil Campbell) e da un batterista che non sbaglia un colpo, solido e preciso (Mikkey Dee). E’ l’energia del rock nudo e crudo, quello che non chiede permesso, quello maleducato e sincero, fatto di progressioni incalzanti (“Evil Eye”, “Fire Storm Hotel”), assoli al fulmicotone (“Thunder & Lightning”, “Shoot Out All Of Your Lights”) o buttati lì giusto per dare un senso all’ospite Brian May (“The Devil”).
Dopo la botta iniziale, tuttavia, si finisce per adeguarsi annoiati al flusso ininterrotto delle note e di soluzioni trite e ritrite (c’è anche una ballatona di troppo: “Till The End”), al massimo dedicando un po’ di attenzione in più a una “Teach Them How To Bleed” che collassa in distorta modalità blues o alle trame pulsanti di “Tell Me Who To Kill”.
In coda, una cover di "Sympathy For The Devil" delle pietre rotolanti, ben fatta, piena di grinta ma non esattamente memorabile. Come tutto il disco, del resto (ma se siete adepti del Verbo Motörhead, allora fatevi sotto!).
(18/10/2015)