Nonostante l'interessante premessa di rivisitare un genere tipicamente nerboruto nelle sonorità con più alati e colorati sostrati elettronici, "Blanco" ospita una serie di brani in cui una scrittura ingessata e ai minimi termini porta più dalle parti dei più recenti sbiascicamenti Kozelek-iani che in un vero rinascimento artistico per Bazan.
L'impianto elettronico aggiunge così una blanda solennità che certo non aiuta la scorrevolezza dell'album (spesso imbalsamato come in certi passaggi di Lana Del Rey), una sequela di ballate ebbre e sconclusionate, in cui Bazan sembra davvero l'ombra di se stesso.
(26/05/2016)