Il biglietto da visita, "Saturaatio", propulso da un riff stoner-doom, è fatto di atmosfere dilatate che, lungo perimetri ritmici in 5/4, incrociano wah-wah su di giri, lampi dark e tornado cosmici. Che le cose non siano destinate alla tranquilla riproposizione di un cliché, lo conferma subito dopo la liturgia del male "Lahja", il cui tribalismo sciamanico si colora di trame surreali grazie a un vibrafono che minimalisticamente riecheggia sullo sfondo. Fumi misterici li ritroveremo anche in coda, nei dieci minuti di "Valveavaruus", che chiama a raccolta arpeggi orientaleggianti e si scioglie in progressione marziale.
Ricercando, oltre al tormento, anche l'estasi, in "Värähtelijä" la band stordisce i Pink Floyd a suon di kraut-rock inacidito, veleggiando verso la baia di un dolce incubo. Con la doppietta "Hypnotisoitu Viharukous" - "Vasemman Käden Hierarkia" (quest'ultima, di oltre diciassette minuti) entriamo, invece, in pieno territorio sci-fi. Se la prima lancia nel frullatore Chrome e Nachtmystium, senza precauzione alcuna, la seconda (uno degli affreschi più potenti della loro carriera) è un kammerspiel mutante che ci proietta nel bel mezzo di un universo in via di formazione, tra rovinose accelerazioni, scarti strumentali e fluttuazioni siderali. Un effetto ottundente lo ottiene, invece, "Havuluu", con un riff ripetuto a oltranza e la furia luciferina del black-metal.
Oscuro, denso, visionario e sferzante, "Värähtelijä" finisce direttamente tra i migliori dischi dell'anno.
(23/07/2016)