The Field

The Follower

2016 (Kompakt)
dream-techno

Alex Willner è tra pochi ad aver dato vita negli ultimi dieci anni a una vera e propria rilettura del concetto di loop nello sterminato calderone techno. Una produzione ben distinguibile, la sua, fin dal fulminante esordio, nel quale la ricombinazione elettronica di strutture in apparenza "pop", funzionale a una reiterazione produttiva tanto ossessiva, quanto cazzuta, è gradualmente divenuta un marchio di fabbrica assoluto.
Giunto al quinto Lp dopo aver mutato varie volte la propria fenomenologia produttiva, alternandosi nei suoi tanti micro-progetti paralleli (tra cui spicca senz'altro Loops Of Your Heart, con il quale ha "esordito" nel 2012 dando vita finora a un unico album), Willner torna a ben tre anni di distanza dall'ottimo "Cupid's Head" del 2013.

Domina ancora una volta la scena una techno sognante, angelica, "spinta" tenendo ben fermo l'acceleratore. Una miscela che punta nell'introduttiva title track tanto a certi umori opachi e deviati in scia Sandwell District, tanto alla consueta (e)stasi altamente emozionale raggiunta veicolando il beat su partiture volutamente pedanti, ma non per questo opprimenti. L'ossessione è piuttosto da ricercare nella volontà del manipolatore svedese di puntare sempre e comunque al raggiungimento di una qualche volta celeste entro cui proiettare le proprie fantasie. Una sorta di dancefloor paradisiaca immaginata tra il cielo e le stelle ("Pink Sun"). Nel disco spuntano anche diversi momenti insoliti per il marchio The Field, come il battito circolare di "Soft Dreams": dieci minuti di luci e ombre emanate attraverso una cassa che proprio non ne vuole sapere di cambiare direzione.

Nuove e morbide rarefazioni ambient dominano la scena nell'"infinita" e ammaliante "Raise The Dead", attraverso la quale, purtroppo, comincia a palesarsi qua e là un vago effetto soporifero. È il rischio di chi insegue la propria estatica fuga dal mondo mediante un suono calibrato al valium, le cui variazioni assecondano fin troppo una certa spiritualità, piuttosto che l'intrattenimento duro e puro del modello di partenza.
La conclusiva "Reflectings Lights" è al contempo un palleggio di pulsazioni plastiche atte a tracciare orbite circolari, in un crescendo epico e incessante di tastiere cosmiche che si disperdono nel vuoto, tra bonghi sintetizzati e altre trovate sceniche dalle solite sfumature dreamy.

"The Follower" ci consegna dunque un Alex Willner ancora una volta intento a inseguire alla sua particolare (e talvolta "cocciuta") maniera una techno tanto favolistica, quanto persuasiva. Stavolta, il delicato e introverso producer di Stoccolma rischia di anestetizzare eccessivamente l'ascoltatore, dirottandolo in alcuni momenti verso il sonno, mentre l'agognato sogno assume via via i connotati del miraggio. Un pericolo che ha invaso solo parzialmente i controlli e i propositi del "vecchio" Alex, ma da tenere ben in mente per eventuali valutazioni future. Pena una scongiurabile noia.

03/05/2016

Tracklist

  1. The Follower
  2. Pink Sun
  3. Monte Veritá
  4. Soft Streams
  5. Raise The Dead
  6. Reflecting Lights

The Field sul web