Jarvis Cocker & Chilly Gonzales

Room 29

2017 (Deutsche Grammophon)
modern classical, spoken word

Ci sono storie che meritano di essere raccontate, e senza dubbio alcune di esse si sono svolte tra le quattro mura della stanza numero 29 del Chateau Marmont tuttora esistente sul Sunset Boulevard di West Hollywood, Los Angeles. Storie semplici mescolate ad altre entrate nella leggenda, vuoi per la celebrità dei protagonisti, vuoi perché il tramandarsi delle vicende di bocca in bocca, da una generazione a quella successiva, porta sempre a ingigantire, ricamare, eventualmente inventare. Storie che uno come Jarvis Cocker, che nella stanza 29 della struttura californiana ha soggiornato per un breve periodo nel 2012, non poteva lasciarsi sfuggire. E certo c'è voluto del tempo, qualcosa come cinque anni, per ottenere i frutti di quella bizzarra ricerca di fantasmi intrappolati in quella stanza d'albergo.
Ingaggiato il pianista canadese Chilly Gonzales, da quasi vent'anni trasferitosi in Germania, il cantante dei Pulp ha trovato anche l'appoggio di un'istituzione come la Deutsche Grammophon per portare a termine il progetto. D'altronde il Nostro è sempre stato un tipo molto paziente, e la pazienza l'ha sempre ripagato.

Registrate a Parigi dopo un lavoro di documentazione e di traduzione in testi e musica durato tre anni, le sedici tracce di "Room 29" uniscono due mondi solo in apparenza lontani. Da un lato, i tocchi di pianoforte di Gonzales, accompagnati solo dalle lievi orchestrazioni del Kaiser Quartett che concorrono a evocare l'atmosfera; dall'altro, lo spoken word di Cocker si tramuta a tratti in cantato, laddove la teatralità del momento evocato lo necessita (si vada ad ascoltare l'interpretazione teatrale di "Daddy, You're Not Watching Me"). Ne esce un quadro dipinto con poche ma intense pennellate, tanto minimale quanto espressivo, anzi evocativo. Si lambiscono picchi di emozionante eleganza ("Tearjerker") e atmosfere d'antan che potrebbero uscire dalla penna di Neil Hannon ("Clara"), ma sempre procedendo in punta di piedi, come per non rompere l'incantesimo del momento. Più estroverse sono le parabole di "A Trick Of The Light" e di "Belle Boy", operette in miniatura che mettono in luce il lato più istrionico di Cocker con toni che scivolano abilmente tra la leggerezza e la drammaticità.

E poi ci sono loro, i protagonisti delle storie, un'umanità eterogenea, fragile, irresistibile. Jean Harlow, la stella di Hollywood scomparsa nel 1937, a soli ventisei anni, una vera e propria "Bombshell"; Clara Clemens, figlia di Mark Twain, cantante, pianista, che tra queste quattro mura provò a evocare lo spirito del defunto marito; Meyer Cohen, mafioso losangelino meglio conosciuto come "Mickey The Haberdasher"; Billy Wilder, il protagonista occulto di "Salomé", qui scrisse il suo capolavoro "Sunset Boulevard" ("Il viale del tramonto"); Howard Hughes, tra le varie cose anche produttore cinematografico, che viene raccontato dalla voce fuori campo, come ascoltata attraverso una radio, dello storico David Thomson: "Howard Hughes Under The Microscope". Tutti ospiti della stanza 29, intrecciati nei fili di una trama che non ha, né intende avere, una morale. Si tratta soltanto di guardare dal buco della serratura un'epoca che non esiste più, cristallizzandone un istante per sempre, con le sue stranezze, la sua epicità, le inevitabili contraddizioni.
In sottofondo, onnipresenti, scorrono le note del pianoforte, l'unico strumento musicale che fin dal 1927, anno della fondazione del Chateau Marmont, dimora nella Room 29.

04/04/2017

Tracklist

  1. Room 29
  2. Marmont Ouverture
  3. Tearjerker
  4. Interlude 1 - Hotel Stationery
  5. Clara
  6. Bombshell
  7. Belle Boy
  8. Howard Hughes Under The Microscope
  9. Salomé
  10. Interlude 2 - 5 Hours A Day
  11. Daddy, You're Not Watching Me
  12. The Other Side
  13. The Tearjerker Returns
  14. A Trick Of The Light
  15. Room 29 (Reprise)
  16. Ice Cream As A Main Course

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