Neil & Liam Finn

Lightsleeper

2018 (Play It Again Sam)
pop, songwriter

Le riunioni di famiglia non sono mai semplici: la tensione è sempre palpabile, sia che l’incontro avvenga in armonia che in seguito a dissidi. Non ne è esente “Lightsleeper”, parto discografico di Neil Finn realizzato in collaborazione con il figlio Liam, che vede coinvolti anche gli altri due membri della famiglia: Sharon ed Elroy.

Il leitmotiv del progetto è il legame dei protagonisti con la maestosità naturale dei paesaggi della Nuova Zelanda. Un collante concettuale ed emotivo condiviso con l’amico e connazionale Connan Mockasin, presente in ben quattro episodi dell’album, e con un altro ospite d’eccezione, Mick Fleetwood.
E’ evidente che l’artefice primario della cooperazione padre-figlio sia Neil Finn, musicista che non sembra volersi adagiare sugli allori di un passato illustre. La reunion dei Crowded House, l’album con la moglie Sharon sotto il nome Pajama Club e i quattro album da solista hanno evidenziato un'ancor vivace curiosità intellettuale che ha tenuto lontano l’inaridimento creativo. “Lightsleeper” è dunque l’ennesima sfida, forse la più difficile per il musicista neozelandese.

L’irruenza degli Split Enz e il romanticismo appassionato dei Crowded House sono ormai parte di un bagaglio artistico sempre più articolato; nello stesso tempo, le lussuose architetture di Neil sono ideologicamente lontane dalle atmosfere lo-fi del figlio Liam. Ed è quindi naturale che i due musicisti abbiano cercato un comune humus col quale realizzare un abbraccio antropologico e filologico che non sminuisse la personalità di entrambi.
Da qui nasce quell’indolente malinconia sottolineata da sonorità soul-psych, che alterna spunti lirici e armonici pregevoli a un velato compiacimento reciproco, che a volte provoca un po’ di caos.

I sette minuti di “Where's My Room”, pur se lodevoli per la bizzarra amalgama di philly-sound, funk alla Prince, soul psichedelico e pop, restano in bilico tra kitsch e ambizione, senza mai trovare uno sbocco definitivo; stessa sorte tocca anche all’estatica “Prelude - Island Of Peace”, il cui tono auto celebrativo risulta un po’ goffo. Ben diversa è la situazione quando Neil esibisce tutta la classe di autore pop, e dall’altro lato Liam mette a disposizione tutte le sue migliori strategie d’arrangiamento: il chamber-pop tinto di surf di “Meet Me In The Air” e l’elegante stravaganza che sottolinea uno dei testi più vissuti e personali di “Back To Life” sono due piccoli gioiellini che facilmente troveranno spazio tra i classici dei due musicisti.
Da buon padre di famiglia, Neil si fa contagiare dal timbro più oscuro e meno melodico di Liam, lasciando fluire chitarre tremolanti in salsa psichedelica (“Any Other Way”), groove ondeggianti (“Ghosts”) e sonorità di tastiere che sembrano uscire da un disco dei Mercury Rev o dei Sigur Ros (“Hiding Place”), affidando alle più rassicuranti “Anger Plays A Part” e “Hold Her Close”, la funzione  di fondere le varie anime di “Lighsleeper”.

Quello che sembrerebbe un affare di famiglia risolto a suon di note è in verità un evento catartico per Liam e Neil, un punto di partenza dal quale far scaturire idee e prospettive future. Questa volta il dialogo padre-figlio non è un banale cerimoniale con il quale compiacersi dei reciproci successi, anzi la sensazione prevalente è quella di un invito ad ascoltarsi con più attenzione per comprendersi fino in fondo.
Non è un caso che sia proprio in “Listen” (ascolta) che i due musicisti trovino la sinergia tra essenzialità e armonia: perfetta esegesi di quella bellezza che ha dato il via a questa interessante e creativa collaborazione familiare, il cui ascolto a tratti potrà risultare impegnativo, ma mai banale o privo d’interesse.

18/09/2018

Tracklist

  1. Prelude - Island Of Peace
  2. Meet Me In The Air
  3. Where's My Room
  4. Anger Plays A Part
  5. Listen
  6. Any Other Way
  7. Back To Life
  8. Hiding Place
  9. Ghosts
  10. We Know What It Means
  11. Hold Her Close




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