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From Gas To Solid/You Are My Friend

2018 (Play It Again Sam)
songwriter, elettronica

Anja Plaschg sale nuovamente in cattedra, sei anni dopo il melodrammatico e tormentato “Narrow”. Un rientro percepito dopo la recente esibizione con Anna Calvi alla Basilica di Saint-Denis di Parigi, e che ci dona un album decisamente più distensivo rispetto ai suoi standard; un’opera nata tra le mura domestiche e frutto di una ritrovata serenità, giunta con la sopraggiunta maternità. E un titolo, “From Gas to Solid/You Are My Friend”, a racchiudere l’essenza di uno sguardo allargato, non più rivolto prettamente verso se stessa, bensì espanso ad ampie riflessioni esistenziali sul mondo e sulla materia.

La volatilità e la solidità degli elementi presenti in natura incarnano la metafora con la quale esternare un’insolita apertura esterna, al netto di un'eccessiva permanenza nella propria dimora, luogo in cui sono nate le dodici canzoni del disco. E’ un approccio dunque inatteso, quello della compositrice di Gnas, che da un lato asseconda l’esplorazione elettronica ampiamente condivisa nello straordinario esordio del 2009, e dall’altro lato sfrutta una scrittura di certo più corposa e meno spigolosa.
Pervade qui e là una ritrovata forza d’animo, e la necessità di interrogarsi sulla vita e la creazione, come ben dimostrano le parole dell’introduttiva “This Day”, con il piano e il violino ad accompagnare lemme lemme il canto della Plaschg:

What is in creation?
If a god had left us to stay?
Show me revelation
Or a thing that's not in the play
A tiny little ration
That is your due

La componente glitch dei primi tempi si interseca a meraviglia nel piano crepuscolare della successiva “Athom”, disamina sul tempo e sull’amore che si snoda timidamente fino a sciogliersi nel finale. Mentre il Belpaese funge da approdo sognato nel ticchettio sbarazzino e nel mantra folcloristico di “Italy”, traccia contenuta nella soundtrack del film “Sicilian Ghost Story”, candidata per giunta al David di Donatello come migliore canzone originale; il tutto prima che il buio e la luce tornino ad alternarsi tra gli spettri della gregoriana e strumentale “(This Is) Water”.
La ricerca “spinoziana” di scovare un’entità superiore nella natura stessa è ben espressa nella dolcissima “Creep”, con tanto di ascesi e canto degli uccelli campionato in coda, a precedere l'insolito e agognato ottimismo che spunta imperioso nel primo singolo del lotto, “Heal”, tra battiti impercettibili e un crescendo melodico sinuoso, irto di speranza.

Meno accattivanti risultano “Foot Chamber”, con il suo afflato balcanico, e la gotica “Falling”, persa così com’è tra divertissement filtrati all’organo e giochini elettronici. Più entusiasmante, ma non per questo totalmente avvincente, l’ennesima ballad pianistica minimale con voce doppia: “Safe With Me”. Al contrario, sorprende la cover personalissima e sentita di “What A Wonderful World”, hit epocale scritta da Bob Thiele e George David Weiss, portata in alto dall’interpretazione di Louis Armstrong nel 1967.
Tirando le somme, “From Gas To Solid/You Are My Friend” è un ritorno gradito e ben confezionato, nonostante le quote toccate nel primo disco restino, sostanzialmente, ancora irraggiungibili. Un album comunque riuscito, che svela diversi lati più “nascosti” della cantautrice austriaca.

04/11/2018

Tracklist

  1. This Day
  2. Athom
  3. Italy
  4. (This Is) Water
  5. Surrounded
  6. Creep
  7. Heal
  8. Foot Chamber
  9. Safe With Me
  10. Falling
  11. Palindrome
  12. What a Wonderful World

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