La nuova formula alchemica dei Cherry Glazzer in verità funziona perfettamente quando la band osa sfuggire ai cliché - ritmo, riff di chitarra, uptempo, break, altro riff - che modellano gran parte delle dieci canzoni. E’ il caso del singolo “Daddi”, un dream-pop dai confini oscuri e dal penetrante refrain che offre anche il testo più forte dell’album: "Cosa dovrei cucinare papà? Cosa dovrei dire? Cosa dovrei fare? Va bene con te? Chi dovrei scopare? Non stringere la mia mano, non essere il mio uomo".
Anche per “Self Explained” la band sceglie un diverso registro sonoro, affidando all’elettronica la struttura portante di un brano pop interessante e sbarazzino, che attenua il mood ossessivo e a volte monocorde dell’album, che altrove imperversa infettando, ad esempio, le estenuanti melodie di “Isolation” e “That’s Not My Real Life”.
Non va meglio quando i Cherry Glazerr si rifugiano dietro accordi rubati ai Cure, mescolandoli con un po’ di grunge (“Juicy Socks”) o lasciandoli a mollo in sonorità elettroniche da saldi di fine stagione (“Pieces”). A riequilibrare le sorti ci pensa prima un’accattivante pop-grunge (“Wasted Nun”), che ritorna efficacemente sul tema del difficile rapporto di forza tra uomini e donne, e poi l’altrettanto energica ma ben calibrata miscela di riff e slanci armonici di “Stupid Fish”.
Con “Stuffed & Ready” i Cherry Glazerr compiono un passo avanti e due indietro, sacrificando parte della loro genuinità per un probabile riscontro di classifica non del tutto immeritato, ma dietro lo sfavillante insieme di queste piacevoli dieci variazione su tema, si nasconde un vuoto d’ispirazione che lascia dolcemente interdetti.
(13/03/2019)