Erika de Casier

Essentials

2019 (Independent Jeep)
r&b, electro-lounge

Leggi “Essentials” e pensi dapprima alla confidenza di cui deve disporre una musicista alle prime pubblicazioni per uscirsene con un titolo del genere. Ti soffermi poi un attimo, e anche a non aver ascoltato una nota del progetto, ti trovi catapultato di getto negli anni Novanta, nell'epoca delle raccolte macina-milioni e dei greatest hits smerciati con lo stesso peso degli album di inediti. Non tarda a dichiarare la sua natura di figlia di fine millennio, Erika de Casier, l'esser cresciuta nell'epoca di oro di Mtv, dell'r&b che approdava al grande pubblico e dominava le classifiche tra i due lati dell'Atlantico, della lounge che si scopriva elettronica e languida, pronta su misura per i più esclusivi cocktail in riva al mare.
È in questo immaginario, indubbiamente composito ma senz'altro ben identificabile nelle sue coordinate temporali, che si inserisce il primo full-length della musicista danese, volto freschissimo di una scena nazionale in pienissimo fermento e artefice già dal primo colpo di un sound personale, con cui inserirsi all'interno del saturo dibattito r&b/urban internazionale. Nostalgia e attualità si intrecciano in un abbraccio indissolubile, segnalando il nome dell'autrice tra i talenti in attesa di una futura (e più che possibile) ribalta.

Non ci si attenda alcuna sperimentazione oltraggiosa, ché a de Casier interessa ben poco espandere i confini del genere o proporre chissà quale visione del futuro prossimo. Voce di seta, sottile come la migliore Brandy e affilata come la Sade più sofisticata, la danese sa comunque incantare anche in assenza di elementi avveniristici, mettendo a fruttare tutta la propria passione per l'r&b di fine millennio all'interno di un'estetica sfumata, spesso astratta, con evidenti attinenze agli scenari electro/outsider-house contemporanei.
Se la produzione (cortesia del sodale Central, qui firmandosi col moniker DJ Trick) sa cogliere immediatamente il dualismo della proposta, lasciando convivere i tratteggi hi-tech e le synth-harp del periodo con le vaporose atmosfere di tanto urban contemporaneo, non da meno è l'autrice stessa, che riesce a trasferire lo spirito rilassato ed emozionale respirato durante l'infanzia in un rarefatto caleidoscopio espressivo, tanto sofisticato quanto decisamente alla mano.
Le armonie in fascia hip-hop di “Do My Thing” (sorta di replica chillout al tronfio protagonismo dei rapper di fine secolo) riescono così a convivere tranquillamente tra le dilatazioni prossime con l'ambient di “The Flow” (soul-lounge che il Robert Owens di “Art” avrebbe amato) e le docili cadenze tropicali di “Good Time”, capaci di aprirsi a una delicata sensualità. Se “Intimate” rafforza quest'ultimo concetto (eccellente anche il remix breakbeat posto a chiusura della scaletta), “Rainy” sa quindi anche sferrare qualche cazzotto sommesso, donando al tono confessionale del testo una tangibile acutezza interpretativa.

Nei suoi tre quarti d'ora, “Essentials” tiene insomma testa alle premesse di un simile titolo, offrendo una collezione compattissima, un susseguirsi di melodie languide e di ambientazioni confortanti (“Little Bit”, tra la Janet più ipnotica e la Aaliyah di metà carriera, esemplifica in gran stile le coordinate intime e soffuse del progetto) che testimoniano l'ottima conoscenza del materiale di base e la forte personalizzazione attuata da Erika de Casier, un talento che ha solo cominciato, si spera, a brillare. Di certo l'inizio, pubblicato dalla stessa attraverso la sua etichetta personale, è dei più affascinanti.

04/06/2019

Tracklist

  1. The Flow
  2. Do My Thing
  3. Good Time
  4. Little Bit
  5. Intimate
  6. Puppy Love
  7. Photo Of You
  8. What U Wanna Do?
  9. Rainy
  10. Space
  11. Story Of My Life
  12. Intimate (Club Mix)




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