Qualche coordinata per poter inquadrare meglio l'assalto sonico qui presentato. Dar Es Salaam, la vecchia capitale della Tanzania, è il luogo che accoglie la nostra vicenda. Jay Mitta, uno tra i producer più in vista della città, è il nostro protagonista, parte integrante di un ricco collettivo di musicisti ed MC. L'obiettivo, non dichiarato ma palesemente sotteso all'intera operazione, è solo uno: provocare un forte scossone alle tradizioni del paese, e promuovere i linguaggi della gioventù, al ritmo medio di 250 battiti al minuto. Intento ambizioso? Naturalmente, ma a giudicare dal modo in cui il singeli (questo il nome) è arrivato in brevissimo tempo a diventare il sound di un'intera generazione, arrivando a una considerazione di carattere mainstream, non si può certo dire che le aspirazioni fossero mal riposte.
Approdato agli onori di cronaca in madrepatria, il suono più cool di Tanzania ambisce ora a conquistare il mondo: compito dell'ugandese Nyege Nyege, etichetta già artefice di alcune pregevoli pubblicazioni, fungere da tramite con il resto del globo. Con “Tatizo Pesa”, primo album effettivo di uno dei suoi nomi di punta, questo frenetico e istintivo clash produttivo, originato da vecchie tastiere Casio e campionamenti sparati a velocità folle, potrebbe seriamente effettuare il salto internazionale e riscuotere la considerazione che qualche anno fa ha ottenuto il gqom. Anche se così non fosse, ci sono discreti motivi di interesse per lasciarsi incuriosire da una delle ricette più interessanti dell'elettronica contemporanea.
Per quanto in tempi recenti footwork e dintorni siano diventati ormai parte integrante del tessuto dance contemporaneo, quanto viene proposto da Mitta e dai suoi sodali porta la ricerca in materia di velocità e frenesia alle estreme conseguenze, rendendo l'amalgama oltremodo destabilizzante. Fa in effetti specie come questa musica sia arrivata a ottenere così larghi consensi, acquisendo pure dintorni pop pienamente definiti. L'aspetto impulsivo del ritmo, legato a temi lirici incredibilmente intensi (spesso anche piuttosto critici nei confronti del governo) spiega piuttosto bene la rapidissima diffusione del singeli tra i giovani, al punto da soppiantare un bel po' di generi da cui quest'ultimo pur si nutre.
Se è vero che con questo album il producer espunge quasi del tutto l'aspetto vocale dalla sua miscela, limitandolo a pochi sample sparsi qua e là, nondimeno fornisce un ottimo assaggio di cosa sia questo sound e di cosa rappresenti, senza negarne in alcun modo le composite origini. Facendo chiaramente leva sull'impressionante velocità dei tracciati di base, il disco intercetta complicati poliritmi, synth sparati a frequenze impensabili, variazioni di timbro improvvise, affrontate con un approccio iconoclasta, a dir poco punk. Non per questo, però, la mescola assume una piega rabbiosa o un atteggiamento distruttivo: nel rincorrere bpm sempre più selvaggi e indiavolati, Mitta non perde mai di vista il divertimento, il contatto col portato ballabile della propria espressività. In questo sottile equilibrio, il producer tanzaniano intercetta alla fine il suo effettivo successo.
Viscerale, anche se non proprio adatto a un ascolto casual, specialmente per un orecchio poco abituato come il nostro, “Tatizo Pesa” si rivela comunque come una delle prime belle sorprese di questo 2019, il consolidamento di una scena che però ha ancora tanto da regalare. Onore eterno alla Nyege Nyege per averci permesso di far parte, a nostro modo, di questa piccola-grande rivoluzione made in Tanzania.
24/01/2019