Quattro anni sono passati dall’ultimo album di Basia Bulat, quattro anni che apparentemente non hanno modificato il nuovo corso dell’artista, che riconferma Jim James al banco di produzione, suggellando la svolta pop-soul di “Good Advice”. Non è stato un parto facile “Are You In Love?”, sospeso dopo la morte del padre di Basia e poi rimesso in moto mentre l’artista viveva una travolgente storia d’amore.
L’approccio stilistico è ancor più ricco di pathos, la voce quasi predomina sulla materia musicale, il flusso emotivo è così intenso che a volte sembra che l’artista non riesca a contenerlo. Lo slancio romantico di “Electric Roses” e il pop sbarazzino e insolitamente danzereccio di “Your Girl” sono il termometro dell’ennesima mutazione della cantautrice canadese, che risulta più convincente quando riscopre la sua ammirazione per Natalie Merchant in brani come “Light Years”, “Pale Blue” e la title track.
Jim James prende a modello Phil Spector, incorniciando la voce di Basia Bulat con atmosfere al limite dell’esotico d’antan in “Homesick” o compiendo un vero e proprio balzo nel passato con il funky-soul di “No Control”, che in questa chiave di rinnovamento di atmosfera e stile risulta la prova più convincente.
“Are You In Love?”, è senza dubbio l’album più ricco di Basia Bulat, ma anche quello meno incisivo dal punto di vista delle composizioni. Troppa carne al fuoco e un cantato spesso sopra le righe mettono a dura prova l’ascoltatore, indeciso se dare fiducia e stima a un’autrice indubbiamente dotata o se desistere dal percorso a ostacoli del nuovo progetto.
Sia ben chiaro che non è il cambio di percorso a lasciare interdetti, solo che se in “Good Advice” il mutamento era sostenuto da una scrittura solida, nel nuovo album viene a mancare quella scintilla che scatena la partecipazione.
Non mancano in verità autentiche perle, come la magica e vaporosa ballata adagiata “Already Forgiven”, e anche la conclusiva “Love Is At The End Of The World” rinnova vecchie buone vibrazioni, ma da Basia Bulat forse era lecito attendere qualcosa in più di quanto offerto in “Are You In Love?”. Un disco che tra alti e bassi conferma comunque il talento dell’autrice canadese.
12/06/2020