Dark Tranquillity

Moment

2020 (Century Media)
melodic-death/gothic-metal

Dopo trent'anni di carriera i Dark Tranquillity tornano con un nuovo album, "Moment", preannunciato dalla significativa dipartita ufficiale del chitarrista fondatore Niklas Sundin (che già dal 2016 aveva smesso di andare in tour col gruppo per concentrarsi sulla sua famiglia e sul suo progetto personale solista).
In studio di registrazione sono entrati i chitarristi di supporto nei concerti, cioè Johan Reinholdz (già negli Andromeda, Nonexist e Skyfire) e Christopher Amott (fondatore degli Arch Enemy e fratello minore del più celebre Michael). Il loro apporto è stato limitato al registrare i riff già scritti e a inserire assoli secondo il loro gusto.

Come da previsioni, non c'è alcun cambiamento nella proposta e gli svedesi si limitano a eseguire un compito sicuro con gli ingredienti a loro congeniali e più familiari per il pubblico. "Moment" è un disco riepilogativo, che si mantiene sulle coordinate degli ultimi lavori. Le canzoni proposte sono immediatamente riconoscibili come stile e orecchiabili. Il lato più elettronico e gotico è abbastanza in evidenza, nonché quello più emozionale del disco. Da questo punto di vista, l'apice è nella convenzionale e commovente "The Dark Unbroken" e soprattutto nella malinconica e intrigante "Remain In The Unknown", che sfoggia anche uno degli assoli più coinvolgenti (assieme a quello di "Eyes Of The World", che per il resto è senza lode e senza infamia).
Ci sono alti e bassi, già la successiva "Standstill" è orecchiabile ma banalotta e scorre via senza grande carisma. L'unico brano totalmente soft è la conclusiva "In Truth Divided", che fa discorso a sé, in quanto dismette il cuore metallico per concentrarsi solo su tastiere, basso e voce baritonale.

Il lato più tradizionale è meno efficace e anzi, talvolta sembra ripetersi troppo. Le chitarre ronzanti di "Identical To None" rimandano ai tempi del lontano "Skydancer", ma il gruppo mostra maggiore espressività quando si dedica alle melodie oscure rispetto ai passi pestati. 
Di gran lunga più viscerale è "A Drawn Out Exit", oscura e mordace, con uno dei growling più taglienti esibiti da Stanne nel corso del disco. In realtà, però, complice anche l'età, la sua prestazione vocale, nel complesso, non è particolarmente trascinante e risulta più a suo agio nelle parti in canto pulito (a quando un disco interamente così?). 

"Moment" non scade mai al di sotto di un certo livello, ma di tanto in tanto appare poco incisivo e anche un po' ripetitivo. Anche le canzoni migliori non sono il meglio che il gruppo ha saputo offrire nel corso della sua storia. La mancanza di Sundin influisce sul songwriting nella misura in cui mancano quei guizzi trascinanti e memorabili che appassionavano in "Construct" e "Atoma", facendoli sembrare freschi e vitali anche quando erano palesi le riproposizioni della stessa saporita ricetta.
È un lavoro che si lascia ascoltare, ma nulla più. Come un caro vecchio amico che si saluta con affetto dopo molti anni, per poi tornare a concentrarsi su altro. Il risultato è più indicato ai fan del gruppo che avranno un nuovo set di canzoni in bilico fra melodia, cupezza e aggressività, ma con tutta probabilità chi vuole scoprire la proposta degli svedesi farebbe meglio a iniziare da altri dischi.

20/12/2020

Tracklist

  1. Phantom Days
  2. Transient
  3. Identical to None
  4. The Dark Unbroken
  5. Remain in the Unknown
  6. Standstill
  7. Ego Deception
  8. A Drawn Out Exit
  9. Eyes of the World
  10. Failstate
  11. Empires Lost to Time
  12. In Truth Divided

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