A volte basta poco; fate partire "You Want" in cassa a buon volume e vi troverete in viaggio verso il cuore della house più onesta attualmente in circolo, di quella prodotta da chi la vive come fosse una religione e dedicata ad ascoltatori altrettanto entusiasti. Lo sfondo? Detroit ovviamente, famosa città del Michigan che negli ultimi cinquant'anni ha vissuto un progressivo spopolamento e decadimento urbano al punto da essere considerata fallita dalle autorità - tendenza rallentata giusto nell'ultimo triennio grazie a nuove iniziative di rigenerazione del territorio. A Detroit vigono una criminalità fuori controllo e un degrado da terzo mondo nei quartieri meno abbienti, ma anche tanto spazio aperto da riconquistare ai rovi e ai cani randagi, intere strade deserte e magazzini disabitati dove si possono ancora compicciare diverse cosette. Uno scorcio crudo ma stimolante, nel quale l'umanità protagonista abbandona ogni velleità di troppo per concentrarsi su ciò che è veramente importante.
Omar S non è un tipo che ama mettersi in mostra (automobili a parte) e la sua musica rispecchia gli spartani ambienti nei quali viene registrata e consumata. Ma lui è così - un dj e produttore fieramente indipendente che segue esclusivamente il proprio istinto in un eterno techno-amplesso in 4/4.
Sulle prime "You Want" non presenta granché; beat ossuti e ripetitivi, pads tenuti molto a freno, qualche inacidito inserto bass, un paio di sparute linee vocali soul, e quel sample parlato ripetuto all'inizio di ogni brano che poi dà il titolo all'intero lavoro.
Ma a prestare la dovuta attenzione appare evidente la cura con la quale il Nostro monta i propri pezzi. Quando sceglie di far cantare solo la semplicità del ritmo, le sue tracce permutano verso una techno all'acqua distillata - vedasi la schiettezza di momenti quali "The Sound Of Neptune" e "Coming Home Mum", la sorda cacofonia di secchi di latta processati al synth in "Don't Get In My Way", o una "Mandela's Gold" i cui hi-hat digitalmente sfregati da una spazzola di rame ricordano gli eccitanti remix del pioniere dei pionieri per eccellenza, Walter Gibbons. E poi c'è "1993", ipnotico omaggio agli anni Novanta dell'acid e dei rave più intensi.
Ma all'occasione Omar dimostra un gusto compositivo dannatamente efficace; dall'
intro di contrabbasso e piano jazz all'arrivo del ritmo
French in aria
St Germain, i quasi undici minuti di "That's Lil Boy" sono un continuo sollucchero di botta e risposta che trasportano l'ascoltatore nel paradiso di nostalgici e puristi. Totalmente diversa per atmosfera, ma egualmente curiosa nello svolgimento, l'iniezione di sesso e testosterone nel tellurico andazzo di "This Love Is 4 Real", dove il ritmo accelera e rallenta per accompagnare i gemiti di una donna in preda al piacere. C'è poi da rendere omaggio alla house classica con "Second Life", così Omar e John FM si mettono dei panni di
Frankie Knuckles e Jamie Principle rispettivamente, per una calorosa dedica di corale amore
club-soul.
L'energico raddoppio di batteria a sostengo di tastiere cibernetiche e una fantastica interpretazione vocale del solito John FM sull'epica "Hear Me Out" ci portano diretti nella pista dance-punk di casa
LCD Soundsystem - traccia che poi trova una sorta di sorella minore negli inserti hip-hop della successiva "Ambience".
E se proprio vi manca l'aperitivo all'aperto con gli amici, il piano elettrico di "Oops" vi mette un Negroni in mano senza bisogno di farvi scendere in strada.
Sesto album in quindici anni di attività, ancora una volta concepito con un amore quasi solipsistico per la propria Arte e sbracato senza problemi su una lunghezza davvero ragguardevole per i tempi che corrono. Omar S è un carbonaro della house e tale rimarrà alle orecchie di chi già non lo conosce, ma ritrovarlo dietro ai piatti è sempre un piacere.
Vi basti la traccia in apertura del disco come biglietto da visita: ritmo spedito come un treno che non ha alcuna intenzione di fermarsi, smanettate di synth che stridono e si innalzano al cielo, la pista si scalda, gli sguardi si fanno intensi, il sorriso è sulle labbra di tutti, i problemi della vita giornaliera si sciolgono come olio profumato sui muscoli tesi del collo e delle spalle. Sarà anche solo un sogno ad occhi aperti, ma per un'ora abbondante di musica si può far finta che sia tutto vero.
24/03/2020