Jon Hopkins

Music For Psychedelic Therapy

2021 (Domino)
ambient, drone, neoclassical
6.5

We're fascinated by the words.
But where we meet is in the silence behind them
(Ram Dass)
La ricerca di stati di coscienza superiori affonda le sue radici nella notte dei tempi, ma altrettanto antica è la sua capacità di essere irta di ostacoli, il primo dei quali è una tipica trappola dell'ego. Uno pensa di aver raggiunto in breve tempo importanti livelli di introspezione, quelli in grado di elevarti al di sopra della media, e poi in un attimo la magia scompare e torni altrettanto velocemente a giocare nel campionato delle persone normali. Ecco perché, da diversi decenni a questa parte, su questi percorsi non troviamo più soltanto pratiche antiche come la meditazione o l'auto-osservazione, ma anche una serie di espedienti esterni, a vario titolo considerati propedeutici per velocizzarne l'approccio, ovvero le sostanze psichedeliche.
Di acqua ne è passata parecchia sotto i ponti da quando Aldous Huxley ha aperto al mondo le porte della percezione di Doors-iana memoria, e da allora il campo di studio si è spostato anche in direzione della cura di disturbi come ansia e depressione (ovviamente sotto controllo medico), la cui approvazione ufficiale ha subito però diverse battute d'arresto.

Ed è qui che si inserisce "Music For Psychedelic Therapy," il nuovo capitolo della discografia di Jon Hopkins. Il producer londinese, senza tema di smentite uno dei personaggi di spicco della curva sonora che parte dall'ambient per arrivare alla techno passando per la neoclassica, è tornato su un tema emerso anni fa a seguito di un trip da psilocibina, grazie al quale gli è stato possibile vivere un'esperienza espansa del mondo interiore. La combinazione dell'elemento "natura" più elemento "viaggio" ha portato poi Hopkins a calarsi recentemente per quattro giorni in una grotta duecento metri sotto la foresta pluviale dell'Ecuador (descritta dai tre episodi "Tayos Caves, Ecuador"), nel tentativo di recuperare, stavolta grazie all'ayahuasca (sempre sotto controllo medico), una sorta di contatto perduto con il pianeta.
L'album ricalca già a partire dal titolo il canovaccio delle intuizioni avute in tema ambient dal più illustre collega (nonché collaboratore) Brian Eno, ma parte da un presupposto a carattere terapeutico, dove la musica può, oltre che essere deliberatamente ascoltata o ignorata, accompagnare un viaggio interiore. A quanto pare, la durata del disco sarebbe calcolata sulla base di quella di una sessione con la ketamina, ma Hopkins sostiene che l'esperienza può essere vissuta benissimo anche senza supporto chimico. Se è vero che le sostanze psichedeliche possono aiutare a combattere l'ansia e la depressione, lo può fare anche la musica: ecco la vera sfida di Jon.

"Non è ambient, non è classica, non è drone, ma è tutte queste tre cose insieme", è la frase che l'autore ripete più frequentemente a proposito del nuovo lavoro, e immergendosi in alcune sequenze di texture e bordoni della tracklist ("Deep In The Glowing Art", "Ascending, Dawn Sky") si può anche essere sostanzialmente d'accordo. È forte la sensazione di entrare in un luogo primordiale, ovattato, accogliente, una sorta di paradiso new age spesso un po' troppo vicino alla musica da meditazione, declinato però con la consueta maestria a cui il musicista ci ha abituato nel tempo.
L'intento terapeutico è chiaro anche nel primo singolo "Sit Around The Fire", posto in chiusura di scaletta, che nasce da una collaborazione con East Forest e accompagna un repertorio di frasi estratte dalle conferenze di Ram Dass, psicologo/guru scomparso nel 2019, famoso nel campo della ricerca psichedelica (il suo libro "Be Here Now" ha ispirato anche l'omonimo brano di George Harrison).

"Music For Psychedelic Therapy" è sicuramente un momento a parte nella discografia di Hopkins, una sorta di omaggio alle esperienze che gli hanno permesso di crescere come persona negli ultimi anni, difficilmente inquadrabile in qualche sorta di urgenza comunicativa e difficilmente accostabile al suo repertorio recente. Non brilla per originalità, ma restituisce evidentemente un luogo ideale nel quale l'autore spera di far confluire parte del suo pubblico. Psichedelia o meno.

16/11/2021

Tracklist

  1. Welcome
  2. Tayos Caves, Ecuador i
  3. Tayos Caves, Ecuador ii
  4. Tayos Caves, Ecuador iii
  5. Love Flows Over Us In Prismatic Waves
  6. Deep In The Glowing Heart
  7. Ascending, Dawn Sky
  8. Arriving
  9. Sit Around The Fire (feat. East Fores & Ram Dass)


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