Bellissima Kim Wilde lo è sempre stata, che fosse anche brava non lo scopriamo certo oggi, ma di sicuro questo "Pop Don't Stop - Greatest Hits" servirà a far cambiare idea a quanti, e sono ancora molti, ne avevano sottovalutato le performance al microfono, fuorviati dal suo conturbante aspetto fisico. Non si tratta in assoluto della sua prima raccolta, anche se "The Very Best Of Kim Wilde", pubblicata nel 1984 subito dopo l'addio alla storica etichetta Rak, era passata stranamente inosservata. Miglior sorte aveva avuto nel 1993 "The Singles Collection", che ricopriva per intero la fase clou di una star il cui unico difetto negli anni Ottanta era stato paradossalmente quello di non avere mai esasperato atteggiamenti sexy o smanie da diva che avrebbe (chi meglio di lei?) davvero potuto permettersi. Tutte le donne avrebbero voluto essere come Kim Wilde, e tutti gli uomini stare con Kim Wilde: capelli biondi arruffati, labbra rosse e carnose e sguardo sensuale diretto alla telecamera. Cos'altro desiderare? Quest'anno ricorre il quarantennale di una carriera in cui ha raccolto forse meno di quanto meritato ma in fondo tutto ciò che ha sempre desiderato.
L'avevamo lasciata nel 2018 con lo scoppiettante "Here Come The Aliens", che l'ha riportata prepotentemente in pista, ispirata da alcuni misteriosi avvistamenti Ufo nella sua tenuta nell'Hertfordshire. Lì trascorre la maggior parte del suo tempo dedita ormai più all'amato giardinaggio (ha scritto per la casa editrice Collins due libri sull'argomento e ricevuto pure un Gold Award dalla Royal Horticultural Society) che agli studi di registrazione, dove un silenzio durato circa otto anni dal precedente "Come Out And Play" era stato intervallato solo qua e là da un disco di cover ("Snapshots" del 2011) e da alcuni canti natalizi ("Wilde Winter Songbook" è del 2013).
Spesso è stata bollata erroneamente come meteora o one-hit wonder, alla stregua di Samantha Fox, Sandra e Patsy Kensit, ma dieci milioni di copie di album venduti (che diventano oltre 30 se consideriamo pure i singoli) raccontano decisamente tutta un'altra storia, e "Pop Don't Stop - Greatest Hits", pubblicato lo scorso 6 agosto dalla Cherry Red, è qui a testimoniarlo.
Si parte forte con "The Second Time" per spaziare tra gli esordi in territori new wave ("Chequered Love" e "Water On Glass" sono tratte dal debut omonimo), quindi arrivano alcuni passaggi epocali di synth (meravigliosa "Cambodia", una delle canzoni più rappresentative del sound primi anni Ottanta) e altre gettonatissime hit da juke-box, tra cui spiccano l'evergreen "You Came", "Never Trust A Stranger" e l'ottima cover di "You Keep Me Hangin' On" delle Supremes.
Da segnalare un paio di chicche per cultori: "Another Step (Closer To You)" del 1987 vede la popstar a fianco del pioniere dell' r'n'b Junior Giscombe (scelto perché il brano necessitava un'impostazione più soul rispetto al taglio rock voluto da Steve Byrd, chitarrista e co-autore inizialmente destinato alla seconda voce), mentre "Les Nuits Sans Kim Wilde" le venne dedicata nel 1985 da un infatuato (e come dargli torto...) chansonnier parigino di nome Laurent Velouzy e ottenne un notevole seguito in Francia dopo che l'avvenente collega diede il suo assenso a comparire alle backing vocals.
Tra 7" versions d'annata ("Hey Mr. Heartache", "Say You Really Want Me", "Can't Get Enough Of You Love"), radio edit ("Kandy Krush", "Together We Belong") e alcuni previously unreleased, la cantante britannica rispolvera praticamente tutto il meglio del suo repertorio: si può scegliere tra l'edizione standard (2 cd) e quella "Collector's", un'opera omnia in 5 cd che contiene remix, B-side, libretto per i testi e 2 Dvd con tutti i video e alcune riprese da Top Of The Pops.
Grazie alle canzoni tratte dagli album "Kim Wilde", "Select" e "Catch As Catch Can" l'artista inglese ha spiccato il volo durante i cosiddetti Rak Years (la maggior parte di esse vennero scritte in collaborazione con il fratello Ricky Wilde e il padre Marty, entrambi musicisti apprezzati), quelle scintillanti incise sotto contratto per la Mca servirono invece a consacrarla alla ribalta mondiale (sui fortunati "Teases & Dares", "Another Step", "Close" e "Love Moves" c'è lo zampino infallibile del trio Holland-Dozier-Holland).
Occhio poi al tormentone del 2003 "Anyplace, Anywhere, Anytime" in duetto con la tedesca Nena, che ad oggi costituisce il suo ultimo vero cavallo di battaglia, prima che quella frizzante "Pop Don't Stop" di tre anni fa desse il titolo a una biografia ufficiale (opera di Marcel Rijs) e ora a una raccolta divertente, orecchiabile ed esaustiva, equamente suddivisa tra folate da dancefloor e ritornelli accattivanti. Da ascoltare la cover degli Erasure "A Little Respect", ma anche un paio di gioielli originali dagli anni Novanta come "Four Letter Word" e "Love Is Holy".
In un momento complicato dal protrarsi della pandemia che l'ha costretta ad annullare alcune tappe già programmate in Inghilterra e nei paesi scandinavi, un disco così spigliato ci voleva proprio: gli anni passano per tutti e Kim Wilde ha messo su qualche chiletto, ma buon gusto, aplomb e contegno da antidiva sono rimasti nel suo Dna. Lungi dall'essere operazione kitsch-retrò per nostalgici, "Pop Don't Stop - Greatest Hits" farà la felicità anche di qualche temerario fan dell'ultima ora.
Doverosa, infine, una menzione a parte per i tre brani inediti: il singolo di lancio "Shine On" è una raffinata pop-ballad su arrangiamenti minimali, confezionata assieme all'amico Boy George (i due si conoscono dal lontano 1982 e Kim ha prontamente ricambiato il favore cantando su "Name And Number", che troverà posto sul disco di prossima uscita dell'ex-Culture Club), "Numinous" e "You're My Karma" invece (la seconda delle quali featuring Tom Aspaul, che nel 2014 aveva lavorato con Kylie Minogue in "Feels So Good") sono decisamente più movimentate e incalzano con groove elettronici di stampo euro-dance.
In chiusura una piccola curiosità: con diciassette entrate nella Top 40 Kim Wilde detiene ancora oggi il record di artista femminile britannica più presente nelle classifiche degli anni Ottanta, ma ancora non ha mai raggiunto la numero Uno. Che sia la volta buona? Per citare un suo vecchio titolo diremmo "Never say never...": il pop non si è mai fermato, intanto bentornata davvero.
08/10/2021