Arrivato tre anni dopo il deludente "Shine A Light", il quindicesimo e nuovo album di Bryan Adams, intitolato "So Happy It Hurts", segna un nuovo punto di partenza per l'artista canadese, che lascia fortunatamente da parte gli azzardi innescati, nel recente passato, da forzate collaborazioni (vedi Ed Sheeran e Jennifer Lopez) per tornare a proporre un disco che, pur non registrando a verbale velleità da greatest hits, riporta il buon Bryan su territori pop-rock a lui decisamente più congeniali.
Concepito a inizio 2020, scritto e suonato quasi integralmente dall'artista nato in Ontario, il nuovo progetto nasce dall'isolamento impostogli dalla pandemia, sfruttato per rivisitare alcune idee che aveva raccolto negli anni precedenti.
Il risultato è una collezione apprezzabile di brani introspettivi, spesso ottimisti, che tagliano il cuore del cantautore ed esplorano i suoi pensieri, i sentimenti e lo stato mentale raggiunto al culmine di un durissimo periodo di forzata segregazione sociale.
La title track, nonché brano d'apertura, manifesta immediatamente l'approccio schietto dato al lavoro. Forte di una schiera di affidabili collaboratori, tra i quali Gretchen Peters e il fidato Robert "Mutt" Lange, il brano è un divertente pop-rock che riporta alle sonorità di "Reckless", trattando argomenti quali libertà, autonomia e spontaneità.
Se "I've Been Looking For You" potrebbe facilmente appartenere a uno qualsiasi degli album di Tom Petty, "Just About Gone" aggiunge un appropriato tocco country al suo caratteristico repertorio.
Tra i momenti più riusciti in scaletta, sono da segnalare le persuasive linee tracciate da "Kick Ass", introdotta da un intervento dell'attore John Cleese, e soprattutto le ruvidezze chitarristiche di "I Ain't Worth Shit Without You" e "On The Road", brano rilasciato in concomitanza della presentazione del calendario Pirelli 2022, curato in quest'edizione dallo stesso Adams, da anni apprezzato e pluridecorato fotografo di fama mondiale.
L'immancabile quota ballads è garantita da "Always Have, Always Will", mentre la chiusura dell'album, affidata a "These Are The Moments That Make Up My Life", è dedicata ad analizzare alcuni aspetti personali e familiari.
La sua graffiante e inconfondibile voce (per intenderci, ancora esattamente identica a quella dell'epoca di "Cuts Like A Knife" e "Run To You"), la compattezza delle trame chitarristiche e quell'invidiabile capacità di sfornare colossali successi, misti tra ballate struggenti ed episodi più trascinanti, hanno costruito negli anni uno scenario rassicurante, ed è piacevole sapere di poter contare nuovamente su di lui quando si è alla ricerca di qualche approdo certo dove andare a rifugiarsi per ascoltare qualche classico di pregevole fattura.
13/03/2022