Flore

Nel 2020 “Rituals”, diffuso nel bel mezzo del primo lockdown, contribuì a confezionare un sogno ad occhi aperti: creare un dancefloor virtuale mentre eravamo costretti a rispettare la condizione di reclusi domestici. Due anni più tardi l'opera di Flore Morfin ritrova pienezza d’intenti e si riconnette alla propria cornice naturale, potendo partecipare al re-engineering della scena electro nel momento in cui è possibile finalmente contare (incrociamo le dita per i prossimi mesi) sulla totale riapertura degli spazi a lei dedicati.

Dj, producer e discografica di Lione (Polaar è il nome della label di proprietà), ritornata a pubblicare musica dopo un’assenza durata quasi un decennio, Flore si conferma fra i fenomeni più interessanti e vincenti del post-rave europeo. “Legacy & Broken Pieces” contiene jungle frantumata (“Disruption”), brandelli di soul raccolti dall'asfalto (“The Fiery Pronciple”) e istinti tribal centrifugati a velocità supersonica (“The Switcher”), un lavoro tutt’altro che morbido, ma che allo stesso tempo non perde mai la giusta attenzione per risvolti a loro modo melodici.

Uno scenario da rave illegale nel quale memorie techno e spunti urban convivono senza frizioni, tenendo alla larga, per ammissione della stessa autrice, tutti quei risvolti nostalgici che troppo spesso definiscono l’odierna scena elettronica. Nessun tributo al passato, quindi, semmai la combinazione di stili – in particolare ripresi dall’esperienza degli anni Novanta - dal quale ripartire per immaginare nuovi orizzonti. Ipotesi di futuro, da respirare già nel presente, dopo due anni che hanno cambiato il mondo, forse per sempre.

27/08/2022