“Nova” è il quarto disco in studio per Kathrine Shepard, giovane artista (classe 1991) nata a San Diego ma trasferitasi subito dopo in Norvegia con la sua famiglia. Fin dagli esordi, Sylvaine ha seguito la scia più intima e sognante della corrente blackgaze, scivolando su quei sentieri già segnati in positivo da band come Amesoeurs e Alcest (lo stesso Neige, partecipò alle registrazioni del secondo album di Sylvaine, “Wistful”).
Se quindi, da un lato, l’influenza francese non è affatto trascurabile (Kathrine da un paio di anni vive proprio nello stato transalpino), c’è da dire che nella musica di questa eclettica polistrumentista si possono ancora toccare con mano delle suggestioni prettamente nordiche, figlie di un percorso di crescita ben definito. Un ritorno alla natura privo di qualsiasi orpello artificiale: non a caso, quel corpo nudo e rannicchiato presente sulla copertina ci riporta esattamente alle origini, alla purezza del principio, alla (ri)nascita.
Da qui prende vita quello sguardo rivolto sia agli esordi di Myrkur che al glorioso passato dei 3rd And The Mortal di Kari Rueslåtten, forse uno dei progetti più influenti (e sottovalutati) in tal senso. “Nova”, tuttavia, rinuncia quasi del tutto ai retaggi di matrice folkloristica, per fare spazio a una componente eterea piuttosto marcata, specialmente nei frangenti più introspettivi del disco (la delicata title track si può idealmente collegare all’epilogo “Everything Must Come To An End”).
In mezzo a queste due parentesi, si susseguono quattro brani ad alta intensità elettrica, a cominciare da “Mono No Aware”, il cui titolo ci rimanda al concetto estetico di bellezza espresso dalla cultura nipponica. Davanti alle pregevoli trame chitarristiche e alla felice alternanza tra scream vocals e candide melodie rivolte al cielo, non possiamo che partecipare emotivamente anche noi.
La perfetta quadratura del cerchio è invece rappresentata dal singolo “Nowhere, Still Somewhere” (cinque minuti scarsi che profumano di shoegaze ancestrale) e dalla successiva “Fortapt”, l’essenza più dolce e sensibile del post black-metal di nuova generazione. In questo caso, lasciarsi cullare è la parola d’ordine: con “Nova”, Sylvaine ha realizzato il suo disco più maturo e coerente, un toccasana per la mente e per lo spirito.
22/03/2022