Infinite dead
Infinite dread
Chi schiaccia play per ascoltare il sedicesimo album dei Cannibal Corpse probabilmente sa già cosa aspettarsi e, anzi, li sceglie proprio per questo: la band di brutal-death-metal più famosa di sempre ha fatto della coerenza interna della propria discografia un segno distintivo al pari di altri gruppi storici, come gli Ac/Dc o i Motorhead. La violenza estrema della loro estetica, più splatter che semplicemente horror, è presentata dalla solita copertina esplicita di Vincent Locke, ma è la musica a dare la conferma, se mai ce ne fosse bisogno.
Scritto poco dopo "Violence Unimagined", il nuovo album è uno dei loro sforzi più tecnici e unisce veloci mattanze thrash-death con più cadenzati affondi a velocità più moderate. Alex Webster apre le danze con il suo basso in "Overlords Of Violence", graffiata da un assolo Slayer-iano da manuale. Questo chitarrismo prosegue nella furiosa "Frenzied Feeding", spezzata da un marcio rallentamento centrale. Ancora più marcata l'altalena tra rallentamenti e accelerazioni in "Summoned For Sacrifice" e "Blood Blind", con George "Corpsegrinder" Fisher che approfitta degli angusti spazi nell'arrangiamento per lanciarsi nei suoi celebri ruggiti. Più i Cannibal Corpse rallentano, più le due chitarre possono lavorare su riff più densi, come esplicita "Vengeful Invasion".
L'intensità è sempre parossistica e, giunti a metà scaletta con la collezione di efferatezze della title track, è chiaro che da questo punto di vista "Chaos Horrific" funziona alla perfezione: il solito vecchio bagno di sangue in musica, dai veterani di questo sound.
Gli ultimi venti minuti trascorrono grazie a un quartetto di canzoni che ribadiscono un'idea di estremismo sonoro che loro stessi hanno contribuito a delineare, oltre trent'anni fa. Si può evidenziare singoli aspetti di questi brani, come il growl spaventoso che chiude "Pitchfork Impalement" o il disegno ritmico elaborato di "Pestilential Rictus", senza aggiungere molto all'esperienza d'ascolto, che sembra legata maggiormente al confermare una formula familiare.
"Chaos Horrific" aggiunge dieci massacri alla loro galleria dell'orrore, un po' come l'ennesimo film di una saga slasher (per esempio) aggiunge nuove coltellate, nuove uccisioni e nuove scene sanguinolente senza neanche provare a reinventare il genere. I testi raccapriccianti, sempre inservibili per un pubblico disabituato, sono in realtà l'ennesima conferma che di nuovo, qui, c'è davvero poco.
01/10/2023