Clientele

I'm Not There Anymore

2023 (Merge)
chamber-pop, baroque, psych-folk

Va riconosciuto ad Alasdair MacLean di aver preservato un target artistico abbastanza rigoroso: nell’arco di trent'anni, attraverso sette album con i Clientele (incisi tra il 2000 e il 2017), il musicista ha rinverdito ed evoluto il concetto di chamber-pop, stile incidentalmente codificato da gruppi come i Left Banke, i Love e gli Zombies. L'abilità dei Clientele nell'evocare luoghi, suoni, emozioni senza mai suonare passatisti, anzi incrociando l'indie-pop tenendosi a debita distanza dalle semplificazioni di molti gruppi folk-pop (è nota la recente critica di Alasdair MacLean ai Belle & Sebastian), ha permesso alla band di evolversi verso una musicalità complessa e imponderabile, ambiziosa eppur amabile, riconoscibile e personale.

"I'm Not There Anymore" giunge a sei anni di distanza dall'ultimo "Music For The Age Of Miracles" e ben tredici da "Minotaur", confermando un'attenzione alla struttura degli arrangiamenti e alla composizione dal piglio nobile, colto ed elegante.
I Clientele festeggiano il ventennale discografico con un'opera temeraria e mai pretenziosa, anzi piacevolmente onirica, in parte scevra da quelle soavi attitudini West Coast del precedente album. Una scelta che sacrifica la più corposa messa in scena dei progetti passati, ritrovando in converso quel fascino intimista diventato un vero e proprio marchio di fabbrica per la band di Hampshire.

Gli otto minuti e mezzo di "Fables Of The Silverlink" si districano tra impressionismo e drammaturgia. Complesse e cangianti armonie si susseguono, ora accennate con un sospiro, ora intrise di una poetica che profuma di inquietudine e uggia. Ma la sorpresa è sempre dietro l'angolo, fino al magico finale, che lascia dischiusa un'infinità di varchi e dunque di suggestioni sonore da esplorare, per una mini-suite che sembra sbucare da "Forever Changes" dei Love. Ed è solo l'inizio di un racconto dai contorni letterari più o meno espliciti: Alasdair MacLean, James Hornsey e Mark Keen si dilettano nel setacciare angoli della memoria in cerca di discordanza e bellezza.
"I'm Not There Anymore è un continuo dialogo tra routine e fantasia, il pianoforte a volte crea brevi oasi dove lasciar riposare il mai sopito ardire armonico - "Radial C (Nocturne For Three Trees)", "Radial B", "Radical E" - o dove far fluire scampoli di bossa nova ("Claire's Not Real"), mentre più sofisticate connessioni neoclassicheggianti offrono spunti per libidinosi pop orchestrali ("Garden Eye Mantra") e alterazioni ritmiche e melodiche dalle stranianti tonalità etniche ("Dying In May").

Elemento chiave e in parte innovatore del nuovo album dei Clientele è l'ingresso del computer: non è certo la rivoluzione invocata da alcuni critici (paragoni con la svolta elettrica di Bob Dylan o riferimenti a "On The Corner" di Miles Davis), ma l'ingresso di ulteriori elementi jazz, folk, etnici, elettronici e perfino di hauntology non rappresenta una scorciatoia per suscitare stupori passeggeri, ma è il frutto di anni trascorsi in dimensioni sonore parallele (Amor Do Dias) o vissute esplorando nuove sonorità (come la fulgida passione per uno strumento iraniano, il santur).
Con "I'm Not There Anymore" la band inglese consegna alla storia una delle sintesi art-pop più originali - non riesco a immaginare una canzone più potente e seducente di "Lady Grey", un chamber-folk-pop che la Penguin Cafe amerebbe avere in repertorio, o una pop song leggiadra come "Blue Over Blue" ed è altresì pura poesia il tratteggio fragilmente noir e vellutato di "Hey Siobhan".
Le citazioni letterarie sono abbondanti eppur abilmente celate, a volte è appena un mormorio adagiato su un tessuto di archi e piano ("Conjuring Summer In"), ma non mancano esplorazioni più ardite e avantgarde nel graffio sperimentale di "My Childhood" (con Jessica Grifin dei Would Be Goods a recitar versi), brano ripreso per il finale dell'album ("The Village Is Always On Fire") con tempi ritmici in reverse, cori e violoncelli.

Con "I'm Not There Anymore", ottavo album della loro discografia, i Clientele dimostrano di non aver timore nel valicare i confini di genere, nonché di aver acquisito una maturità e una padronanza che li collocano al vertice della musica pop più colta, oltreché antesignani di future nuove meraviglie.

04/08/2023

Tracklist

  1. Fables Of The Silverlink
  2. Radial B
  3. Garden Eye Mantra
  4. Segue 4 (IV)
  5. Lady Grey
  6. Dying In May
  7. Conjuring Summer In
  8. Radial C (Nocturne For Three Trees)
  9. Blue Over Blue
  10. Radial E
  11. Claire's Not Real
  12. My Childhood
  13. Chalk Flowers
  14. Radial H
  15. Hey Siobhan
  16. Stems Of Anise
  17. Through The Roses
  18. I Dreamed Of You, Maria
  19. The Village Is Always On Fire




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