Cosa spinga una band a ristampare un album pubblicato meno di un anno fa con l'aggiunta di cinque inediti è difficile da comprendere se non per questioni prettamente commerciali. E’ più remunerativo vendere ai propri fan un Lp doppio rispetto a un breve Ep, e questo dai Måneskin era lecito aspettarselo. Dopo i consueti premi creati ad hoc dalle major di cui ormai si è perso il conto, il quartetto romano si autocelebra con nuovi brani che mostrano una band in ascesa e pronta a scalare nuove vette, a metà tra la musica e il gossip.
In effetti, gli inediti sembrano complessivamente un passo avanti, soprattutto “Honey (Are U Coming?)”, brano aggressivo che va dritto al punto senza tergiversare troppo, potrebbe essere il migliore della loro discografia. L’amore o gli accenni a “vite spericolate” sono ormai i temi prediletti della band, che li affronta senza raggiungere certamente vertici letterari, ma abbastanza spendibili all'interno di una poetica rock adolescenziale.
Come al solito abbiamo due formati canzoni, il brano rock più tradizionale e la ballad. “The Driver” fa parte del primo lotto e rimane all’interno del percorso tipico dei Måneskin, segnando nel complesso un miglioramento rispetto alle precedenti prove, mentre “Off My Face” è un classico brano rock funkeggiante.
Le due ballad sono abbastanza diverse: mentre “Valentine” col suo finale vagamente zeppeliniano (parte come tutte le ballate dei Måneskin ma accelera nel finale con una discreta dose di tragicità) ha reminiscenze vintage piacevoli, “Trastevere” è sdolcinata e stucchevole sino alla nausea, piatta e prevedibile, praticamente tre minuti interminabili che si fa davvero fatica ad ascoltare sino in fondo senza skippare.
Il voto è una media tra il disco “Rush!” originale e il 6 dei cinque nuovi brani.
18/11/2023