Sarah Davachi

Dieci anni di vibrazioni ultraterrene e di ricerca incessante di un legame tra spazi, immagini, manufatti e l’origine del suono: Sarah Davachi è un’antropologa dell’arte più ancestrale e sfuggente dell’essere umano: la musica.
A dieci anni di domande senza risposta scandite da drone music, minimalismo, elettronica, ambient, musica spirituale, meditativa, psichedelica, mistica e religiosa, corrispondono altrettanti brani raccolti dall’autrice canadese per un piccolo diario personale. Riunite in una sequenza che ne accresce il già noto fascino, le tracce, recuperate nel catalogo meno noto dell’autrice, sono senza dubbio tra le pagine più inquiete e inquietanti del proprio percorso creativo.

Cupi droni a base di synth e violoncello simili a un mormorio (“In The Grand Luxe Hall (Excerpt)”), esternazioni rette dall’arte dell’improvvisazione live (“In The Littlefield Choir Loft (Excerpt)”) e più introspettive e delicate soluzioni ambient, danno forma e sostanza all’interessante legame tra psico-acustica e colonne sonore immaginarie o reali del primo capitolo “Selected Works I”, arte che i dodici minuti di “Alms Vert” esprimono al meglio.

Il secondo volume, “Selected Works II”, offre una prospettiva più organica dal punto di vista armonico. “Composition Of Flowers (Excerpt)” e “First Triad” sono due deliziosi capitoli che, intrappolati tra le tante composizioni sparse nei vari Ep e live set, in questo nuovo contesto splendono e illuminano il pur interessante materiale restante.
Di egual rilievo l’affascinante capitolo ambient “A Woman Escapes Cue 4” e la meditativa e ipnotica “Olsun”, già apprezzata nel vibrante album ambient-drone del 2015 “Qualities Of Bodies Permanent”, due ulteriori tasselli di un doppio progetto retrospettivo decisamente non facile e immediato, ma per nulla superfluo.

“Selected Works I & II” è un prezioso documento della notevole caratura delle composizioni di Sarah Davachi, autentica protagonista della moderna scena elettronica e avantgarde.

10/10/2023