Non è stato un fuoco di paglia, il ritorno di Mike Skinner alias The Streets nel 2020, e questo “The Darker The Shadow The Brighter The Light” è l’album di cui ha iniziato a parlare nel 2018. Il mixtape “None Of Us Are Getting Out Of This Life Alive” aveva lasciato dei dubbi con la sua natura di progetto estemporaneo ma questa volta si tratta di un vero album, curato nei dettagli e con Skinner al centro del progetto come voce e produttore.
Ancorato alla fusione di elettronica e rap sin dall’iniziale “Too Much Yayo”, con un ritornello stonato e synth che mostrano gli anni, The Streets si aggiorna comunque alle mitragliate di hi-hat tipiche della trap in "Money Isn't Everything", per il resto una house funky, e in “Bright Sunny Day”. Va peggio quando esce di più dalla sua comfort zone, riprovando la via dell’intimismo in “Walk Of Shame” su una chitarra acustica, o quando scivola nella macchietta nel reggae elettronico di “Something To Hide”.
Alcuni brani, più in là nella scaletta, sembrano semplicemente confusi, quasi che Skinner volesse trasporre l’esperienza di un dj-set su disco, con risultati un po’ goffi: in “Shake Hands With Shadows” il cambio di beat arriva come una brutta transizione, con tanto di suoni cheap da festa semi-amatoriale; “Not A Good Idea” abbonda di bassi e costruisce faticosamente un crescendo centrale in pieno canone club; “Someone Else’s Tune” si sforza di movimentare con gli effetti un brano altrimenti piatto. Altre volte manca qualsiasi ambizione, come in “Kick The Can” e nel singolo “Troubled Waters”, tardivi scarti dei primi album.
In tutto l’album, poi, i testi deludono chi sperava in un ritorno di quell’ironia amara degli esordi, sostituita adesso da un tentativo di profondità spesso banale o fuori fuoco (“They're all atheists, they all agree/ But which god is it that you don't believe in?”), con un alone di presunta saggezza quasi irritante (“It's a game of chance to raise up the weak/ And bring down the mighty/ Take your action and find your lunch/ Or become the lunch”).
Meglio quando torna a raccontare la malinconia esistenziale in “Gonna Hurt When This Is Over”, tra Hammond e psych-rock o quando, proprio sul finale, riemerge quel tipico dono di tratteggiare la fragilità urbana in “Good Old Daze”, finalmente degna di un ritorno creativo. È troppo poco, in coda a un album deludente, ma basta a ricordare perché, più di vent’anni fa, molti si innamorarono di Mike Skinner alias The Streets.
Surprised by a look
From some eyes that are up
Before their iPhone summons them
And I'm left looking
At eyes that shrug
Then that type of look
Where eyes touch once
She sizes me up
And then denies the moment
With the eyes looking off
A tight blush comes
And I fight with love
I've got a right flush up
But I try to shrug
Because the night bus home
Is like a night bus club
I guide my shookness
Out to the night that's stuck
Between night and sun
17/10/2023