Da oltre un decennio, l’asse greco-turco si sta rivelando un contenitore ricco di succulente novità in ambito dark: pensiamo al grande successo raccolto da band come She Past Away oppure Selofan (loro titolari della quotata Fabrika Records), due nomi imprescindibili per chi frequenta gli oscuri anfratti che contraddistinguono tale movimento.
I Ductape, coppia formata da Çağla Güleray (voce e sintetizzatori) e Furkan Güleray (basso e chitarra), provengono dal paese della mezzaluna e attingono proprio da quella scuola goth contemporanea di cui fanno parte le succitate realtà (alle quali bisogna aggiungere gli internazionali Lebanon Hanover, gruppo che sta fungendo da traino per le nuove generazioni).
Dopo un paio di lavori più o meno trascurabili, “Echo Drama” mette in circolo delle sensazioni decisamente vive e ispirate, energie condensate in pochi brani (otto in tutto) capaci di trascinare i due musicisti una spanna al di sopra della media.
I tre singoli già usciti da tempo testimoniano la bontà del prodotto, a cominciare dalla drammatica e incalzante “Red Star” (dominata da una freddezza generale a tratti paralizzante). Si replica poco dopo con “Veil Of Lies” (miglior pezzo del lotto, anche solo per il suo implacabile refrain) e con le rilassate atmosfere darkwave di “Anafor” (curiosamente, se le prime cinque composizioni dell’album sono cantate in inglese, il tris conclusivo lascia spazio esclusivamente al turco).
Tra gli altri pezzi in scaletta, meritano una citazione le irresistibili pulsazioni di “Closer” e le più introspettive “Duvar” e “Insan Senfonisi”, quest’ultima persino sperimentale se comparata con gli altri passaggi del disco.
Pur senza sconvolgere (l’approccio scarno e ossessivo è ormai un marchio di fabbrica per tante band devote alla causa), “Echo Drama” rappresenta quel salto di qualità che in molti si aspettavano: un album per danzare in solitudine, prendendosi gioco del dolore e di quei sentimenti negativi che si ripetono ciclicamente nella nostra quotidianità.
17/03/2024