Bauhaus - In The Flat Field Salgono sul gradino più alto del podio le sinistre dissonanze del debutto di Peter Murphy e soci, perno intorno al quale ruota tutta la scena dark-punk inglese primi anni Ottanta. A seguire, la rassegnata intensità del malessere esistenziale di Ian Curtis, perfettamente incastonata nel sophomore dei Joy Division. Chiude l'opera matura dei Cure, che vede Robert Smith "disintegrare" l'oscurità per declinare una forma tutta nuova di solenne e romantico struggimento
The Cure Con ben quattro album nei primi quaranta, è la band di Smith a raccogliere il numero più alto di preferenze in redazione. Merito soprattutto dell'autunnale malinconia di "Disintegration" e della allucinata disperazione di "Pornography", sensazioni agli estremi di una ipotetica linea in grado di unire tutte le sfumature dell'universo dark Smith-iano, tra le quali trovano posto anche "Faith" e "Seventeen Seconds"
The Cure - Pornography L'abisso più oscuro di Robert Smith. L'opera in cui il leader dei Cure raggiunge l'apice della sua vena poetica, perfettamente supportato dai due compagni Simon Gallup (basso e tastiere) e Laurence Tolhurst (batteria). I tre realizzano così il loro lavoro più complesso e ambizioso, quello che si può definire come il "perfetto" disco dark. Un'opera intimista, emozionante e desolata, che trasuda un senso quasi tangibile di disfacimento e decadenza
Lycia - Cold Il vertice dell'arte visionaria e metafisica del progetto Lycia. Un concept-album dedicato all'inverno, ispirato da mesi trascorsi da Mike Van Portfleet nelle campagne gelate dell'Ohio. Un'opera maestosa, di rarefatta eleganza, impreziosita dalle litanie gotiche della cantante Tara Vanflower"