Anna von Hausswolff

Dead Magic

2018 (City Slang)
dark, neoclassical, drone music, doom

“Dead Magic”, il nuovo album della musicista svedese Anna von Hausswolff, consacra la giovane artista come una delle realtà più profonde, intransigenti e affascinanti emerse in questi ultimi anni dalle terre scandinave. Le parole del poeta svedese Walter Ljungquist (1900-1974), presenti nelle note dell’album, ci parlano di un tempo, che evidentemente è anche il nostro, privato del silenzio e dei segreti. In loro assenza, suggerisce Ljungquist, nessuna leggenda può crescere. È proprio da una terra che ama il silenzio, capace ancora di ascoltare il suono di una natura e di un "altrove" che sovrastano sempre l’umano, che una forma di magia potrebbe ancora rinascere.
Nata a Göteborg nel 1986, Anna von Hausswolff si è imposta ben presto all’attenzione internazionale, sia per l’uso particolare della voce (che qualcuno ha accostato a quello di Kate Bush), sia per l’uso di uno strumento come l’organo di chiesa, trasposto in una dimensione neoclassica contemporanea che mette assieme drone music, doom metal, elegiaco cantautorato e prosa dark. Il nuovo lavoro, il quarto album della sua discografia, è stato registrato dal produttore dei SunO))) (e di Marissa Nadler) Randall Dunn, ed esce su City Slang. Tra gli strumenti usati spicca un enorme organo a canne del ventesimo secolo, presente in una chiesa di Copenhagen, la Marmorkirken, maestoso edificio di marmo costruito in stile rococò. Il risultato è impressionante, anche perché suggerisce come uno strumento del passato, non certo di facile e immediato utilizzo, possa aprire nuove prospettive nel presente, se suonato in maniera consapevole e accorta.

Come il precedente album, “The Miraculous”, anche “Dead Magic” si addentra in territori oscuri, tra bordoni, passaggi doom e derive stoner, non dimenticando momenti introspettivi in cui emergono intense ballate gotiche. Epico, viscerale ed estremamente ambizioso, il nuovo lavoro si apre con il crescendo di archi di “The Truth, The Glow, The Fall”, su cui si erge progressivamente la voce di von Hausswolff, ormai pienamente consapevole delle sue possibilità canore. Nella successiva “The Mysterious Vanishing Of Electra” siamo proiettati in un caleidoscopio oscuro in cui la voce dell’artista svedese ricorda un po’ quella di Diamanda Galás. Nel brano possiamo cogliere un’eco degli Swans (non a caso, Michael Gira l’ha voluta in apertura del tour della sua band) ma anche un sound ipnotico alla Wolves In The Throne Room. Del resto, Anna von Hausswolff aveva prestato la sua voce in un paio di brani del loro album, “Thrice Woven”. In “The Mysterious Vanishing of Electra” assistiamo a un ossessivo ed etereo conflitto tra luce e oscurità, ben reso anche dal video diretto dalla regista Maria von Hausswolff, sorella di Anna.

“Ugly And Vengeful” è un brano ferale che costruisce progressivamente un climax etereo dal sapore dark-folk su cui edificare una sorta di horror soundtrack alla Goblin, prima dell’immersione nella strumentale “The Marble Eye”, in cui il suono dell’organo la fa ancora da padrone. Il finale con le melodie “Källans Återuppståndelse” disegna sognanti e fiabeschi paesaggi sonori, chiudendo il cerchio di un album che sicuramente rimarrà come una pietra miliare nel lavoro dell’artista di Göteborg.
"Källans Återuppståndelse” in svedese significa “la resurrezione di Källan”, un luogo magico immaginato dalla prosa dello scrittore Walter Ljungquist in un suo libro del 1961 che aveva ispirato anche il precedente album. Il finale, in questo modo, sembra richiamare un po’ i temi di “The Miraculous” creando una sorta di fil rouge tra i due lavori.

“Dead Magic” è una sorta di riflessione in musica sulla sparizione, sulla morte e l’aldilà, ma anche sulla rinascita, come suggerisce il video di “The Mysterious Vanishing Of Electra”. Il nome completo dell’artista svedese, infatti, è Anna Michaela Ebba “Electra” von Hausswolff ed è proprio lei che vediamo uscire dalla tomba come una specie di zombie urlante.
È anche significativo che il padre di Anna sia l’artista e compositore svedese Carl Michael von Hausswolff, grande studioso del lavoro di Friedrich Jurgenson, pioniere svedese della psicofonia. Come lui, Carl è interessato a indagare l’ambito della registrazione elettronica dei fenomeni paranormali, tutti temi che sembrano affascinare molto anche la figlia.

“Dead Magic” è dunque un disco che si può apprezzare a diversi livelli, ma è sicuramente un lavoro che risente di un certo fascino per l’esoterismo e per quella magia risorgente che si può ancora percepire tra le pieghe di una natura che si cela pudicamente alla vista. 

01/03/2018

Tracklist

  1. The Truth, The Glow, The Fall
  2. The Mysterious Vanishing Of Electra
  3. The Marble Eye
  4. Ugly And Vengeful
  5. Källans Återuppståndelse


Anna von Hausswolff sul web