Wolves In The Throne Room - Thrice Woven

2017 (Artemisia Records)
cascadian black metal

"Thrice Woven" segna un'importante evoluzione per i Wolves in the Throne Room. La band dei fratelli Weaver pur mantenendo ben salde le radici nel loro cascadian black metal, che tanta importanza ha avuto nel panorama contemporaneo dell'USBM, qui si apre a tematiche eteniste proprie della tradizione black metal scandinava. L'immagine di copertina realizzata dall'artista russo Denis Forkas, ad esempio, mostra l'imprigionamento del lupo Fenrir, uno dei miti fondanti della mitologia norrena. Inoltre, il titolo del brano "Angrboda" fa riferimento alla gigantessa (il cui nome significa "presagio del male") con cui Loki, il dio dell'inganno, generò i suoi figli: Fenrir, il serpente Jǫrmungandr e Hel, la regina dei morti, tutti e tre protagonisti del mito del Ragnarǫk, la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine contro gli agenti delle tenebre e del caos.

A coadiuvare Nathan e Aaron Weaver qui troviamo Kody Keyworth, chitarrista già turnista per le performance dal vivo dei lupi del Pacific Northwest, ora in pianta stabile nella band. L'album, inoltre, si avvale della collaborazione dell'artista svedese Anna von Hausswolff, di Steve Von Till dei Neurosis e dell'arpista Zeynep Oyku. Proprio in relazione alla partecipazione della von Hausswolff nei brani "Born From The Serpent's Eye" e l'interludio di "Mother Owl, Father Ocean", la band ha dichiarato in una nota stampa: "Quando chiudo gli occhi e ascolto la voce di Anna, vedo le fredde e grigie acque dei mari del nord". È indubbio che l'affascinante voce della cantante svedese ben si coniughi con ricerca della spiritualità nascosta tra i meandri della natura del Nord Ovest americano, propria della band di Olympia, creando un ponte immaginario (e immaginifico) tra Nord America e Scandinavia.

Pregevole anche la collaborazione con Von Till che presta la sua voce nella parte iniziale e finale di "The Old Ones Are With Us", un brano dalle tinte virate verso il doom metal folk che ben coniuga il lavoro solista del membro dei Neurosis con le derive atmosferiche del cascadian sound. Il testo ci parla del disgelo invernale, della ciclicità delle stagioni, di quella natura inesorabile che trascende sempre l'umano e i suoi falsi miti moderni, una natura resiliente che, come nel racconto del Ragnarǫk, risorge sempre dal buio dell'inverno: "Winter is dying. The sun is returning. The ice is receding. Rivers are flowing".
"Angrboda" coniuga slanci propriamente USBM con intermezzi black ambient che rievocano il miglior Burzum isolazionista, mentre "Fires Roar In The Palace Of The Moon" sembra guardare musicalmente al passato della band con un testo che rimanda a rituali wicca e pagani sullo sfondo dei meravigliosi paesaggi naturali della Cascadia.

Di certo i Wolves in the Throne Room con "Thrice Woven" dimostrano di avere ancora molto da dire, ritornando alle loro radici dopo le derive ethereal-drone del precedente "Celestite". Al contempo, in questo ultimo lavoro, introiettano tematiche e atmosfere black metal prettamente scandinave come una forma di "ritorno a casa", di rinascita, in un luogo in cui natura, mito e spiritualità trovano il loro salvifico equilibrio.

02/10/2017

Tracklist

  1. Born from the Serpent's Eye
  2. The Old Ones Are With Us
  3. Angrboda
  4. Mother Owl, Father Ocean
  5. Fires Roar in the Palace of the Moon


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