Mescolate blackened drone-metal e folk d’impronta medievale: un buco nero, un cupo rituale di autoflagellazione. La convergenza degli opposti. L'unione degli inconciliabili che è alla base del terzo disco del duo canadese costituito da Geneviève Beaulieu e S. de La Moth.
Apre “Collapse”, uno schianto nella notte di Valpurga: rintocchi colossali, urla demoniache, rifrazioni di rumore. Si procede con il passo marziale di “The Upper Hand”, con la voce stentorea della Beaulieu proveniente dalle stesse antichissime lande che generarono il fantasma di Nico. Assolutamente radicale, invece, il gesto sonoro di “Not Only A Break In The Clouds But A Permanent Clearing Of The Sky”, in pratica la registrazione sul campo di una tempesta di sabbia. Unica presenza umana, la voce ieratica femminile, ultimo baluardo contro la potenza senza limiti della Natura (la ritroveremo anche in “There Will Be Blood” e in “Nothing Above Or Below”, altre due liturgie degli spazi interiori).
Le modulazioni di feedback cesellano, dunque, “Corridor de perdition”, mentre “Primal Waters Bed” imbastisce un lungo cerimoniale desertico.
L'unione degli opposti è qualcosa che si verifica sempre nei luoghi più bui o chiusi, negli inferi, nelle camere funerarie, nelle navi chiuse o dopo la più profonda desolazione o depressione, quando sentiamo di essere oltre i nostri limiti: solo allora nasce qualcosa di nuovo.
(Geneviève Beaulieu)
08/12/2019