3 luglio 1976. Marianne Joan Elliott-Said, ragazza somalo-scozzese residente a Londra, decide di festeggiare il suo diciannovesimo compleanno andando a vedere i Sex Pistols in un locale situato nel molo di Hastings, a sud dell'Inghilterra. Dopo aver abbandonato la scuola a 15 anni, la giovane hippie aveva passato l’adolescenza a tentare una carriera musicale che però tardava a decollare, soprattutto a causa di un latente sessismo in un ambiente a maggioranza bianca e maschile. La rabbia che aveva in corpo era perciò destinata a entrare in osmosi con quella dei Sex Pistols, che la ispirarono a formare una band. Cambiando quindi il suo stile e ribatezzatasi con il curioso epiteto di Poly Styrene (in riferimento alla società dei consumi), negli ultimi mesi del 1976 Marianne pubblica un paio di inserzioni musicali alla ricerca di "giovani punk" che suonino con lei. Alla chiamata rispondono la sassofonista Lora Logic, il chitarrista Jak Airport, il bassista Paul Dean e il batterista BP ("Big Paul") Hurding. Così nascono ufficialmente gli X-Ray Spex.
Gli X-Ray Spex furono senza ombra di dubbio una delle più emblematiche punk-band britanniche. La voce di Poly Styrene – immediatamente riconoscibile – riesce a convogliare con sorprendente carisma l'innocenza adolescenziale alla rabbia dell'età adulta. Timida ma nello stesso tempo provocatrice, nei suoi testi Poly dipinge l'estetica del consumismo usa e getta, sovraccaricandosi sul palco di bigiotteria a buon mercato e abiti sgargianti, venduti nella sua boutique londinese. E proprio su quella strada, accanto al pub dove lavorava, ha luogo il primo concerto ufficiale degli X-Ray Spex, che dopo appena pochi mesi si ritrovano a suonare al Roxy. Un anno più tardi, nel settembre 1977, il primo singolo della band viene pubblicato nientemeno che dalla Virgin. Si tratta di "Oh Bondage! Up Yours!", adottato poi come inno femminista, anche se Poly sottolineerà sempre il suo messaggio più ampio nel corso degli anni.
In poco tempo Lora lascia gli X-Ray Spex, si vocifera per aver rubato troppo i riflettori a Poly. Continuerà la sua carriera con gli Essential Logic e suonando il sassofono per artisti come i Red Crayola e le Raincoats (ritrovandosi con Poly al maniero degli Hare Krishna di George Harrison a metà degli anni Ottanta). Viene sostituita da Rudi Thomson, ex-modello e musicista, che nelle diverse tracce di "Germ Free Adolescents" rielabora solo parzialmente gli arrangiamenti che Lora aveva ideato prima di lasciare la band. Anche grazie a lui, il sound degli X-Ray Spex si rivela qualcosa di sovversivo e inedito; il sassofono aggiunge infatti ulteriore espressività alle grida di Poly, come è il caso di "Art-I-Ficial", vero manifesto posto non a caso come incipit bruciante dell'album: "So di essere artificiale/ ma non date la colpa a me/ sono stata allevata con gli elettrodomestici/ in una società dei consumi".
In "Obsessed With You" aumentano vorticosamente le battute per minuto, in un brano in cui è chiaro riconoscere il Dna di band che si formeranno altrove dopo gli X-Ray Spex, si pensi per esempio alle Bikini Kill. Lo stile vocale di Poly, così come la sua personalità indipendente e sfaccettata, influenzerà grandemente la leader della band di Olympia, Kathleen Hanna, nonché lo stile di altre cantanti del movimento Riot Grrrl come Corin Tucker (Heavens To Betsy, Sleater-Kinney). Ma l'ascendente sull'indie/alternative rock statunitense degli anni Novanta si conforma in maniera più ampia nel corso di tutto il disco, attraverso anche i midtempo apparentementi innocui del glam-punk di "Warrior In Woolworths" o del dream-pop di "Germ Free Adolescents", che prefigurano lo stile anche di band come Breeders e Wild Flag. Non passano inosservati i ritornelli quasi canticchiati, rispetto al consueto violento refrain degli X Ray Spex, che si trasformano in statement virali: "He's the rebel on the underground/ She's the rebel of the modern town".
Si staglia come un diamante a metà disco – a chiusura del lato A del vinile – "Identity", con il riff polifonico del sassofono a raddoppiare la "corsa alle armi" invocata da Poly e il rischio di una schizofrenia dell'individuo all'interno della "società dello spettacolo" ("When you look in the mirror/ Do you see yourself/ Do you see yourself/ On the TV screen/ Do you see yourself/ In the magazine/ When you see yourself/ Does it make you scream").
Tutto diventa sintetico e artificiale, in modo quasi profetico, se si pensa a brani come "I Am A Poseur" in cui il voyerismo di certi futuri programmi televisivi e social network viene anticipato con sagace sarcasmo ("Exhibition is the name/ voyeurism is the game"), così come "Genetic Engineering" delinea i tratti virali del potere degli strumenti scientifici e dei mass media – ricorre come un emicranico mantra per tutto il disco la parola "TV" – per la diffusione di amorfi populismi ("Genetic engineering/ Could create the perfect race"). Questo brano rilancia anche il gusto postmoderno per l"appropriazione storica, alla base anche di "Plastic Bag", in cui domina la fissazione per i gerarchi nazisti e per lo sfruttamento quotidiano del singolo individuo.
Poly, come Munch ed Ensor, dipinge l'alienazione della sua società e le maschere che l'umanità si porta appresso con estrema freddezza. Questa visione distopica è prevalente in brani come "The Day The World Turned Dayglo", in un mondo in cui cui persino gli alberi diventano artificiali. Il brano chiude magnificamente il disco, con un tono e un tenore che sembrano l'inizio di un baratro più che una conclusione definitiva.
"Germ Free Adolescents" viene successivamente rieditato in due versioni: la prima del 1991 con la tracklist riordinata da Poly e comprendente quattro ulteriori tracce, tra cui il glorioso singolo di debutto della band, "Oh Bondage! Up Yours!", escluso dalla scaletta originale poiché il sassofono era suonato da Lora; la seconda del 2005, con una completa reissue in cd. La storia della band si era però arrestata molti anni prima. Nel 1978, mentre era in tour, Poly decise infatti di rasarsi la testa a casa di John Lydon. Lo fece come atto simbolico, stando a quanto dichiarò ai tabloid, non volendo essere etichettata come sex-symbol. In realtà, la fama stava iniziando a esercitare una forte pressione sulla sua salute mentale: alla fine dovette semplicemente soccombere ai suoi mostri. La cantante lasciò la band dopo una - errata - diagnosi di schizofrenia (si scoprirà poi essere affetta da disturbo bipolare). Nel 1980 tornerà con il suo primo album solista, "Translucence", ma la visione di Poly si era ormai avvicinata a quella degli Hare Krishna. Nel mentre fa fiorire il talento vocale di una giovanissima Neneh Cherry, figlia d'arte iniziata alla pratica musicale da Ari Up e le Slits al completo.
Poly, Lora e Paul Dean si riuniranno per registrare un secondo album degli X-Ray Spex ("Conscious Consumer") nel 1995, ma la rabbia giovanile del punk era ormai sparita. Poly, oltre a essere immortalata nello storico film sulla scena punk londinese "The Punk Rock" Movie" (Don Letts, 1978), sarà celebrata dopo la sua scomparsa (avvenuta nel 2011 a seguito di un tumore), nel documentario "I Am A Clichè" (Celeste Bell & Paul Sng, 2019), voluto fortemente dalla figlia, che rileggerà, oltre alla musica, anche la sua lotta contro la misoginia e il razzismo.
A distanza di quarant'anni – e con tutta l'acqua passata sotto ai ponti del punk e dell'alternative rock – il messaggio e le sonorità degli X-Ray Spex, tanto audaci e profetiche allora, restano ancora oggi spaventosamente moderne e attuali.
13/10/2019