Il duo formato da Larissa Iceglass e William Maybelline ha sempre incarnato un autentico spirito darkwave trasposto nell'angoscia degli anni Dieci del nuovo Millennio. Nati nel 2010 come una reazione necessaria alla decadenza del mondo moderno, i Lebanon Hanover hanno fatto di un sound immediato, quanto sprezzante delle mode, una tagliente punta di diamante isolazionista. Portandosi dietro fantasmi sospesi tra gli anni Venti e la coldwave dei primi Ottanta, il loro sodalizio è rimasto sempre fedele a se stesso e al suo romanticismo oltranzista.
Cosa aspettarsi dal nuovo album del duo? "Let Them Be Alien" esce per Fabrika Records e conferma come l'inossidabile estetica dei due artisti sia ben consolidata e non abbia bisogno di cambiare formula. L'alchimia tra l'artista svizzera e il suo collega inglese trova qui, nel contraltare tra l'algida, melanconica voce della Iceglass e l'oscuro canto baritonale di Maybelline, un perfetto equilibrio esistenziale.
La purezza senza contaminazioni di un suono darkwave trasforma il furore post-punk in una linea chiara quanto essenziale, che guarda sia ai Cure di "Seventeen Seconds" e "Faith", sia alla meno conosciuta scena minimal e coldwave di gruppi come Kas Product, Guerre Froide e Absolute Body Control. Proprio i riferimenti più carbonari e meno conosciuti dal grande pubblico, almeno al di fuori dei paesi del Nord Europa, fanno sì che la musica dei Lebanon Hanover sia essenzialmente consigliata a cultori della materia e non certo adatta a un pubblico generalista e superficiale.
Rispetto all'eclettico furore techno/Ebm della recente prova solista di William Maybelline (con il suo pseudonimo Qual), "Let Them Be Alien" è molto più tradizionale e legato a un suono wave/post-punk. In "Alien" troviamo classiche reminiscenze dei Cure-periodo dark, mentre brani come "Kiss Me Until My Lips Fall Off", "True Romantics" e "Petals", cantati da un Maybelline in piena forma, non nascondono riferimenti ai Joy Division e ai primi New Order. L'anima più elettronica del duo, quella più virata al versante minimal/coldwave, ha il suo spazio nell'album con la veloce "Du Scrollst" e la paleo-Ebm "Ebenholz", entrambe cantate in tedesco da Larissa Iceglass. Se chiudete gli occhi, non vi sarà difficile immaginare gli orsi polari evocati dai Grauzone in "Eisbaer".
Tra i fantasmi dell'espressionismo tedesco e la moda al tempo della repubblica di Weimar, colpisce come i Lebanon Hanover abbiano una forte presa su un presente di cui colgono il sentimento profondo di tristezza e disillusione. Del resto, certi stati d'animo sembrano impermeabili allo scorrere del tempo e alcuni stilemi tornano periodicamente a cavalcare le onde. Dark del nuovo millennio, l'estetica è questa: prendere o lasciare.
12/04/2018