Giunge alla pubblicazione del secondo album solista l’ex-FLeUR Francesco Lurgo, ripartendo da quanto di valido proposto nel lavoro d’esordio per sviluppare ulteriormente un lessico sinestetico, corroborato dall’intersezione di ambient e post-rock contraddistinta da un portato cinematico marcato. Avvalendosi ancora una volta dell’apporto di Emilio Pozzolini (port-royal, Earth Begins) in cabina di regia, il musicista piemontese di stanza a Milano esplora un territorio sonico più cupo la cui componente elettronica risulta a larghi tratti predominante.
L’immaginario marino alla base del lavoro assume le sembianze di una superficie liquida spazzata da un vento tagliente, distesa sonora attraversata da increspature e scariche di tensione che ne deframmentano la struttura melodica. Eppure è proprio quando quest’ultima si mantiene pressoché intatta che il suono di Lurgo raggiunge i risultati migliori, irradiando emozione cristallizzata in immagini di puro cinema. È sufficiente perdersi nell’incanto dei due minuti e mezzo della title track, nelle flessuosità di “PLxPBxSR” o abbandonarsi al vortice di “Calypso Deep” per rendersene conto, per ritrovare l’impronta autoriale altrimenti fin troppo diluita in forme sintetiche accostabili alla produzione di Tim Hecker e Ben Frost.
“The Room As An Exoskeleton” potrebbe essere estrapolata dalla colonna sonora della serie-tv "Dark", mentre “Blind Cinema” riporta a “Virgins”, depotenziando una pratica capace di produrre piano sequenza magnetici quando scivola in diluizioni post-rock ibridate con misura (“Horizontina”). Ciò fa di “The Gentle Whale” un disco di transizione, contenitore di direzioni valide da approfondire e sviluppare al netto di alcuni passaggi meno originali, ideale ponte verso un terzo capitolo pienamente convincente.
04/11/2024