Landless

Lúireach

2024 (Glitterbeat)
alt-folk

Méabh Meir, Lily Power, Ruth Clinton e Sinéad Lynch: quattro voci, quattro donne, un gruppo - Landless - da dieci anni protagonista della scena alt-folk di Dublino, giunto solo ora al secondo disco, “Lúireach”. Un album, dieci canzoni, dove protagoniste sono le donne indomite e dedite all’amore in tutti i suoi aspetti.
Poco importa che il clamore per il nuovo progetto del quartetto irlandese faccia seguito al successo di critica e pubblico dell’ultimo disco dei Lankum, gruppo con il quale le Landless condividono il produttore, John Spud Murphy, responsabile anche di un altro tassello della scena folk contemporanea, ovvero il meno noto ma egualmente notevole album degli ØXN “Cyrm”: “Lúireach” è una perla che brilla di luce propria.

Destrezza armonica, un’inebriante tecnica a cappella e una sinergia talmente perfetta da rendere complesso discernere attimi di coralità e fughe solitarie delle quattro voci, cristalline e oscure nello stesso tempo: questo è il patrimonio creativo che le Landless esibiscono con ineguagliabile maestria.
Malinconiche, struggenti, romantiche e misteriose, le dieci canzoni dell’album raccontano di amore e morte con eguale candore, adagiate su tappeti sonori minimali in cui fanno capolino tessuti strumentali simili a droni, mentre un organo a canne ne accentua la natura mistica e imperitura.
Facile perdersi nell’ineluttabile bellezza dei magnifici intrecci vocali delle quattro cantanti, un fascino fisico e spirituale egregiamente racchiuso nei sei minuti di “Lúireach Bhríde”, brano già registrato nel 2018 come parte di un progetto della televisione irlandese dedicato alla figura femminile, il cui testo è stato scritto dalla poetessa Annemarie Ní Churreáin. Un vero e proprio inno dalla potente e pagana spiritualità.

L’album è un susseguirsi di aspra poesia – la sempre intensa “The Fisherman's Wife” di Ewan MacColl e la paradisiaca eppur tragica ballata scozzese “The Grey Selkie Of Sule Skerry – nonché di aulica leggerezza nell’elegante  “Blackwaterside” e nell’evocativa e musicalmente ricca di sorprese “The Newry Highwayman”. Il tutto eseguito con apparente semplicità, anche se non priva di lati oscuri e tenebrosi (“The Hag“ in cui compare un clavicordo e “Death Of The Lady” dove protagonista è il fedele organo a canne).
Strana, timorosa, infestata dal suono delle campane tibetane e da insoliti strumenti a tasto (shruti box), la ballata slovacca “Ej Husári” chiude il cerchio consolidando il fascino ultraterreno di un album straordinario.

19/08/2024

Tracklist

  1. The Newry Highwayman
  2. Blackwaterside
  3. Lúireach Bhríde 
  4. The Fisherman's Wife
  5. The Grey Selkie Of Sule Skerry
  6. Death And The Lady
  7. The Hag
  8. My Lagan Love
  9. The Wounded Hussar
  10. Ej Husári




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