Il quinto album degli Spirit of the Beehive arriva a tre anni di distanza dal precedente “ENTERTAINMENT, DEATH”, che tanti consensi aveva riscosso tra pubblico e critica. In questi tre anni è avvenuta la rottura sentimentale tra Zack Schwartz e Riva Ravede, che però non ha avuto particolari ripercussioni sull’esistenza e sulla creatività del gruppo (ad oggi composto, oltreché da loro due, da Corey Wichlin), tanto che nel 2023 era uscito un Ep, “I’m So Lucky”, e ora il nuovo album.
Rispetto alla precedente esperienza, l’album segna una piccola svolta, o meglio ruota intorno a una rinnovata ambizione: quella di tenere insieme da un lato il caratteristico suono della band, cioè quel rock elettronico e sperimentale che compone canzoni per addizione, sovraregistrazioni e somme di veri e propri temi e pezzi diversi; dall’altro, avvicinarsi a una maggior formalismo pop-rock nella struttura compiuta di alcune canzoni.
L’equilibrio tra queste due componenti è uno dei due punti di forza del disco, perché riesce a svilupparsi tanto nell'armomia complessiva, che stempera l'asperità in una atmosfera più sognante, quanto nella successione dei vari momenti tra loro, sapientemente alternati. L’altro punto di forza è il nucleo tematico intorno cui ruota il disco, cioè la paura e la preoccupazione che i grandi cambiamenti di vita portano con sé, per le opzioni perdute, le rinunce da fare, i prezzi da pagare.
“THE DISRUPTION”, è sicuramente un inizio in salita, per i continui cambi di ritmo, melodia, strumenti e distorsioni. E' davvero un brano ad aggiunte "copia e incolla", nella tradizione del gruppo. Tuttavia gli archi e i fiati che si sentono in lontananza tra un pezzo cantato/urlato e l’altro sembrano indicare un possibile approdo più riflessivo e pacato; che in effetti compare prima di quanto ci si potesse aspettare, a metà della seconda traccia, “STRANGER ALIVE”, in cui un andamento a marcetta e una melodia pop cambiano l’atmosfera e addolciscono la tensione della parte finale.
E’ in “LET THE VIRGIN DRIVE” che avviene la svolta: è una canzone pop “destrutturata”, composta da sonorità city pop che si mischiano allo shoegaze, al folk-rock e al pop 60's. La canzone è sorprendente, sia per come abbiamo conosciuto gli SOTB finora, sia per per quanto sentito nelle prime tre tracce; eppure la sua collocazione lì è assolutamente naturale, perché gli elementi più morbidi che ci erano apparsi finora condensano in un brano solo, come un brano. E proseguono poi in “SORRY PORE INJECTOR”, più inquieti; fanno capolino a sprazzi in “FOUND A BODY”; si riappropriano della scena in “I’VE BEEN EVIL” e soprattutto “1/500”, dopo essersi eclissati in “SUN SWEPT THE EVENING RED” e “SOMETHING’S ENDING”. Prendono congedo in “EARTH KIT” e così tutto “YOU’LL HAVE TO LOSE SOMETHING”.
Sul sito della band si legge che “YOU’LL HAVE TO LOSE SOMETHING” è un album provocatorio, che si camuffa da normale musica rock per un ascolto rilassato, senza esserlo davvero; è davvero così, perché i momenti più semplici sono mischiati, sovrapposti, giustapposti alle parti più complesse e varie cui gli Spirit of the Beehive ci hanno abituato. Ne risulta un disco molto affascinante, sofisticato, intellettuale ma non asettico, in cui la varietà della musica e i suoi momenti di pace e inquietudine rafforzano e amplificano quello che i testi esprimono, cioè le incertezze, le riflessioni e le attese dei momenti di passaggio in cui accetta di cambiare.
30/10/2024