Un math-rock spensierato e scoppiettante. Il duo californiano Standards, dal debutto nel 2020 già affermatosi come un piccolo culto tra i fan del genere, continua a esplorare nel terzo album la propria estetica giocosa e colorata, dando seguito anche all'idiosincratica (ma del tutto il linea con lo stile adottato) scelta di titolare ogni lavoro secondo uno scherzoso tema frutticolo.
Dove il math-rock tradizionale calcava la mano su tensioni e aggressività, gli Standards scelgono la via di un sound radioso e accessibile, fatto di tapping virtuosistico e dinamiche quiet/loud mai sovraccariche, che si combinano in un flusso strumentale assai più rasserenante che catartico.
Sin dall’iniziale "Cosmos", ritmi frenetici e intrecci chitarristici disegnano paesaggi sonori cangianti. Presto i toni si fanno decisamente videogiocosi, e "Space Race" rende evidente il richiamo, con scatti chiptune che si incastrano sinuosamente nei continui stop’n’go ritmici. L'ormai lontana eredità post-hardcore riemerge molto raramente, ma "Yea", fin dalle prime note, evoca l’iconico attacco di "FCPREMIX" dei Fall Of Troy, mutandone tuttavia l’irruenza in uno zampillo melodico carezzevole e leggero.
Adatto, potenzialmente, a un pubblico assai più ampio di quello che si era appassionato un tempo a Don Caballero e compari, "Fruit Galaxy" è un album che ben esemplifica la varietà del math-rock di oggi, raccomandato a chi non disdegna un tocco di tecnicismo strumentale nella propria feelgood music d'elezione.
15/11/2024