Gli Slint, come è accaduto spesso, ci hanno messo del loro. I Codeine hanno osservato e ascoltato. Contemporanei ai maestri di "Spiderland", hanno saputo, involontariamente o meno, apprendere gli insegnamenti necessari e si sono voltati verso un'altra macchina da presa. Nasceva, con terrificante puntualità, lo slow-core.
Da quel momento, i Codeine sono diventati influenti, genitori di svariati figli, più o meno legittimi. Ma anche fra quelli geneticamente affini non se ne rintracciano di uguale valore.
La chitarra sgraziata da una dissonante drammaticità di John Engle, il basso funereo legato fisiologicamente alla voce dolente di Stephen Immerwhar, i rintocchi pulsanti di Chris Brokaw. Questo il nucleo originale della formazione, mostratasi a Chicago nel 1990 (l'anno prima di "Spiderland") con l'album Frigid Stars per l'etichetta Sub Pop, anche se l'uscita era prevista per Glitterhouse. Il clamore è immediato: la lentezza portata oltre l'eccesso, il concetto di ballata trasfigurato dalla disperazione ultima, la narcolessia che diventa musica. L'apertura del disco, "D", è il manifesto di una nuova idea di musica, discendente da un cantautorato legato a Tim Buckley come a Neil Young, ma inesorabile nello spezzare qualsiasi catena di parentela con altri generi. In un periodo in cui era la musica veloce a dominare (l'epica del grunge), i Codeine ribaltavano la prospettiva, esaltando la concezione rallentata dei suoni. Registrato in due diversi week end nel seminterrato di un amico, Frigid Stars raggiunge le vette dell'essenzialità, dove ogni aggiunta viene rifiutata. Sono litanie tristi ("New Year's"), a tratti ostiche ("Sigarette Machine"), emotivamente impetuose ("Pickup Song"), venate da un'intensità assoluta ("Pea"). In questi episodi, si rintracciano quelle caratteristiche che influenzeranno i Low come i Black Heart Procession, i Bedhead come i Red House Painters, sino ad arrivare all'attualità di Calla e Dakota Suite.
Nel 1992 esce l'Ep Barely Real, sempre per Sub Pop. Collabora David Grubbs, all'epoca nei Gastr Del Sol, e viene confermata l'unicità del gruppo da un brano per pianoforte intitolato semplicemente "W". Poco dopo, esce dal gruppo Brokaw (sarà nei Come con Thalia Zedek prima di chiudere un ipotetico cerchio con i New Year) ed entra Doug Scharin, personaggio destinato a influenzare l'intera scena post-rock con Rex, June Of '44 e Him.
Il 1994 è l'anno del secondo e ultimo disco della formazione. White Birch (Sub Pop) è, se possibile, ancora più estremo del predecessore. La qualità è sempre eccellente, con una dilatazione esasperata in una dimensione composta da fragilità e disgregazione. "Sea", la prima traccia, travolge con una cupa inquietudine che supera i sette minuti, soffocando ogni sensazione esterna che non fosse legata a un sofferto esistenzialismo. Una concreta malinconia aleggia per tutto l'album, con le saltuarie deflagrazioni a rendere ancora più tormentoso l'immaginario creato. E' musica incessante, che raggiunge una fisicità assurda in quanto, in teoria, completamente cerebrale. E' la patina ruvida di emozioni stritolate dall'incomunicabilità.
Con la nuova carriera di Scharin, i Codeine sembrano scomparire in quel buco nero che con tanto genio avevano realizzato. Uscirà nel 1995 una loro interpretazione di "Atmosphere" nel tributo a Joy Division, "A Means To An End".
Dopo quasi tren'anni di silenzio, senza mai l'annuncio di uno scioglimento ufficiale, nel 2022 l'etichetta di Chicago Numero Group recupera il materiale registrato nel 1992 presso il Dessau Studio di New York, nelle sessioni che hanno seguito la pubblicazione di Frigid Stars. L'album, intitolato proprio Dessau, è composto da otto tracce, che rappresentano le prime incisioni compiute di brani confluiti poi - in versioni diverse - in Barely Real e The White Birch, che finirono all'epoca scartate per insoddisfazione di Immerwhar. A molti decenni di distanza, il disco si presenta comunque come un mirabile reperto, che rinvigorisce la memoria su un gruppo fondamentale come i Codeine e mostra il percorso evolutivo che collega l'inizio e la fine della breve ma significativa esistenza della band newyorkese.
Frigid Stars (1991) | 8 | |
Barely Real (Ep, 1993) | 6,5 | |
White Birch (1994) | 7,5 | |
Dessau(2022) | 8 |
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