Ciò che gioca più a vantaggio degli Ugly Beats è l’uso corale delle voci.
Infatti tutti e cinque i garager di Austin, giunti con "Take A Stand With The Ugly Beats al loro secondo album per la Get Hip Rec. (dopo "Bring On The Beats!", 2005) si avvicendano e integrano ai vocal con risultati sempre lusinghieri: che sia il chitarrista Joe Emery ai lead-vocal ("Light Comes On", "You’re The One", "Your Turn To Cry"), o il batterista Stephen o l’organista Jeanine alle armonie vocali in "Million Dollar Man" e "Get In Line".
Quello degli Ugly Beats è un garage con profonde radici melodiche e compositive in sixties-band classiche come Beau Brummels e Remains, di cui propongono qui una dinamica cover, "Let Me Through".
Che siano sixties-ballad dolci e accattivanti come "I’m Gonna Break Her Heart", "Bring Her Down", "Ain’t That Old" o brani più dinamici e danzerecci come "Get In Line", "Take A Stand", "Last Stop", "Million Dollar Man" è l’elemento vocale/corale, come già accennato, a prevalere sull’aggressività delle chitarre di Joe e Jackie (tranne eccezioni come la "Let Me Through" dei Remains) e sul discreto organo di sfondo di Jeanine, conferendo agli Ugly Beats connotati garage decisamente orientati verso il power-pop.
Ma nella loro musica si respira anche un’acuta nostalgia e un approccio referenziale con il passato, tanto che nella bellissima cover strumentale dei Ventures Action Plus, con l’organo vintage di Jeanine in bella evidenza, e in quella corale di Nikky Corvette, "You’re The One", sono più gli anni 50 a essere tirati in ballo che i 60.
Gli Ugly Beats eseguono dal vivo molti oscuri singoli del passato come "I’ll Make You Happy" degli Easybeats e hanno una particolare abilità nel ricreare atmosfere danzerecce per teen-ager tipicamente sixties… Ricordate quei filmati in bianco e nero degli special televisivi sixties americani? Il tutto con loro estremo compiacimento!
Take a stand! …Se amate la musica che riesce ad abbattere nel 2007 le barriere temporali con grandi voci e e melodie.
25/03/2008