Hey Marseilles

Lines We Trace

2013 (Onto Entertainment / Thirty Tigers)
chamber-pop

Dopo il viaggio, la casa. Nel 2008, il disco d'esordio degli Hey Marseilles, "To Travels and Trunks", si presentava sin dal titolo come un'ode alla strada, alla ricerca. Un biglietto da visita, quello della band di Seattle, circolato grazie alla forza del passaparola, fino a conquistare la ribalta nel 2010 con la ripubblicazione in versione ampliata dell'album.
Oggi, con la loro attesa opera seconda "Lines We Trace", gli Hey Marseilles sembrano invece voler mettere un punto fermo. "Le nuove canzoni esprimono un senso di nostalgia", spiega il leader del gruppo, Matt Bishop. "Ma è più il desiderio di saper apprezzare quello che si ha di fronte, piuttosto che quello di trovare un significato da qualche altra parte. Il punto è trovare la propria casa là dove si è".

Non si tratta solo di una suggestione tematica: anche la veste sonora scelta dagli Hey Marseilles per il nuovo album aspira sin dalle prime note a offrire un suggello di maturità. La vocazione chamber-pop del collettivo americano vira così verso architetture più stratificate, lasciando in secondo piano l'anima folk del gruppo. Meno Decemberists e più Death Cab For Cutie, insomma, come è stato efficacemente sintetizzato da chi li segue sin dall'inizio.
Il fatto è che, con il crescere delle ambizioni, sembra perdersi per strada anche un po' di quella freschezza aveva fatto brillare "To Travels and Trunks". Bishop cerca di tracciare una linea di continuità: "Nel nostro primo disco ci eravamo ispirati alla tradizione folk nella strumentazione e negli arrangiamenti, ma al cuore cercavamo di realizzare solide canzoni pop. Per noi il nuovo album prosegue in quell'obiettivo, ma con arrangiamenti che speriamo riflettano la nostra maturazione come musicisti e songwriter". Una maturazione a cui però non corrisponde sempre la stessa efficacia di intuizioni del passato.

Le volute di archi di "Tides" chiamano in causa l'Andrew Bird di "Armchair Apocrypha", che appare subito come uno dei punti di riferimento fondamentali del disco. Le partiture si fanno più elaborate, a sottolineare il lirismo romantico delle melodie. Frutto di una scrittura sempre più condivisa tra i sette componenti della band: "Il disco precedente era una raccolta di canzoni che avevamo scritto individualmente e che ci eravamo messi insieme a suonare, mentre in questo album abbiamo imparato a scrivere i brani in collaborazione, come un gruppo vero e proprio".
Gli accenti di "Heart Beats" scandiscono il ritmo con enfasi, ma è una leggerezza dai tratti indie-pop quella che sboccia tra le pieghe di "Dead Of Night" e il volteggiare di "Elegy". Gli Hey Marseilles sembrano volersi smarcare dai cori alt-folk alla Mumford & Sons dei compagni di scuderia Lumineers, dichiarando di guardare più a nomi come The Head And The Heart e Sea Wolf (con cui hanno anche condiviso a più riprese il palco). Ed ecco allora il singolo "Bright Stars Burning" assumere inedite venature wave, che riecheggiano anche nelle tonalità di "Looking Back".

L'eleganza di "Lines We Trace" non basta però a persuadere fino in fondo del nuovo corso del gruppo. "The lines we trace have a thousand ends", canta Bishop in "Dead Of Night". "We'll count the ways we can't begin/ And stay in our homes, remain on our own". Le linee tracciate dagli Hey Marseilles, in appena due album, hanno già una ricchezza fuori del comune. La sfida, per Bishop e soci, è riuscire a cogliere le linee davvero essenziali.

18/03/2013

Tracklist

  1. Tides
  2. Heart Beats
  3. Dead Of Night
  4. Elegy
  5. Bright Stars Burning
  6. Building Glare
  7. Madrona
  8. Hold Your Head
  9. Rainfall
  10. Looking Back
  11. Cafe Lights
  12. Demian

Hey Marseilles sul web