Washer

Here Comes Washer

2016 (Exploding In Sound)
garage-punk, post-hardcore

L’ultimo parto deforme dell’underground di Brooklyn ha la maschera di maiale zannuto dei Washer, che qualcuno ha già definito un gruppo “slack punk”, in ossequio a una delle parole del momento nel campo della tassonomia musicale.
L’iniziale “Eyelids” promette bene, la resa apatica del frontman ha l’attitudine giusta per un brano che sembra introdurre nella musica dei Washer in modo stranamente cauto e, pur prodotto da un duo, il sound non manca di profondità e texture.

Su quattordici pezzi, diversi dei quali sotto i due minuti, c’è molto spazio per quel cazzeggio estemporaneo che si può collocare tra i Nirvana più occulti e i Guided By Voices (“Human”, “Safe Place”, “Mend”, il punk di “Beansy” e “Body”), ma “Here Comes Washer” non si può comunque tacciare di sciatteria. Ogni brano mantiene comunque un’identità melodica ricercata (in senso letterale) – e questo va a grande merito dei Washer, basta sconfinare un attimo nella scena più propriamente garage per un rapido confronto a loro favore.
A fianco di umori college (“Hallmark”), poi, la formazione chitarra e batteria non può che portare a qualche incursione in territori alt-country alla Two Gallants (“This Land”).

In generale, un disco interessante, anche se non c’è poi così tanto per tenere alta l’attenzione fino alla fine o per un ascolto prolungato.

04/03/2016

Tracklist

  1. Eyelids
  2. Hallmark
  3. Beansy
  4. Safe Place
  5. Pet Rock Vs. Healing Crystal
  6. Porky
  7. Mend
  8. This Land
  9. Body
  10. Do It Yourself
  11. Human
  12. Group Therapy
  13. Got Drunk And Ate The Sun
  14. Figure Me Out

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