Animals

Animals

La via bianca al rhythm 'n' blues

Pionieri della fusione tra musica bianca e blues dei neri, gli Animals di Eric Burdon sono stati tra i protagonisti della "British Invasion" degli anni Sessanta

di AA. VV.

Quando si parla di British Invasion e di amore verso il blues da parte di formazioni d'oltre Manica è impossibile prescindere dal gruppo che più di ogni altro ha contribuito a far nascere un diffuso interesse per la musica nera delle radici, creando una via bianca al rhythm& blues. Una band che riuscì ad anticipare mezza storia della musica rock, dal garage-rock degli anni '60 al punk-rock degli anni '70.

Il gruppo nasce a Newcastle Upon Tyne attorno alle figure del tastierista Alan Price (1942, County Durham, Gran Bretagna) e del cantante Eric Burdon (1941, Newcastle Upon Tyne, Gran Bretagna). Quest'ultimo entra a far parte, nel 1962, dell'Alan Price R&B Combo, formazione che riunisce il bassista Bryan "Chas" Chandler (1938, Newcastle Upon Tyne, Gran Bretagna), il batterista John Steel (1941, Gateshead, Gran Bretagna) e il chitarrista Hilton Valentine (1943, North Shields, Gran Bretagna). Modificano il nome in The Animals, efficace descrizione delle indiavolate serate proposte dalla formazione.

 

Grazie a una segnalazione di Graham Bond, il talent scout Giorgio Gomelsky porta il famoso bluesman Sonny Boy Williamson a Newcastle per incidere con questi giovani appassionati di rhythm&blues: il risultato dell'incontro è documentato nei 33 giri The Animals Live At The Club A Go Go e The Animals With Sonny Boy Williamson.

Il debutto londinese del quintetto avviene al Crawdaddy Club di Gomelsky, ma è il produttore Mickie Most a mettere sotto contratto la band.

Nel 1964 incidono i primi due 45 giri: "Baby Let Me Take You Home" (il debutto discografico della formazione) presenta un'originale miscela di rhythm&blues, beat e folk. Prendendo spunto dallo stesso album di Josh White sul quale compare il traditional fonte d'ispirazione per la prima canzone, incidono una memorabile versione di un altro traditional, "The House Of The Rising Sun", che in estate (poco prima della partenza per il primo tour in terra statunitense) li impone in tutto il mondo.

Alla fine di luglio, il gruppo incide dodici canzoni, alle quali aggiunge "Boom Boom" e "Dimples" (ereditato dalle prime sedute di febbraio) per completare The Animals, il debutto a 33 giri che in novembre raggiunge le posizioni alte delle classifiche di vendita e conferma il grande amore per i padri della musica nera quali John Lee Hooker e del rock& roll ("Around and Around" è di Chuck Berry e "I've Been Around" di Fats Domino). Lo stesso giorno di fine luglio incidono due canzoni di Price e Burdon, "I'm Crying" e "Take It Easy", che servono per il loro terzo 45 giri, seguìto, nel gennaio 1965, da un altro sensazionale successo: "Don't Let Me Be Misunderstood", ispirato dalla versione di Nina Simone. In un periodo di eccezionale favore per questa riscoperta della musica nera, gli Animals, incidono un altro classico che esce su 45 giri nel marzo 1965: "Bring It On Home di Sam Cooke".

 

Nelle sedute dedicate a questi ultimi due singoli il gruppo completa anche materiale sufficiente per il secondo album Animal Tracks, che irrompe sul mercato nel maggio 1965. Oltre a essere l'ultimo disco di Price con il gruppo, sostituito da Dave Rowberry (1943, Newcastle Upon Tyne, Gran Bretagna), è la conferma dell'oculata scelta di riproporre classici quali "Roadrunner", "I Ain't Got You" e le splendide "Hallelujah", "I Love Her So" e "I Believe To My Soul" di Ray Charles.

Il sesto 45 giri intitolato "W've Gotta Get Out Of This Place" è un'altra pietra miliare della musica del periodo, raggiunge i primi posti delle chart e presenta per l'ultima volta l'organico originale.

Dopo il singolo "It's My Life" (è l'ultima collaborazione con il produttore Mickie Most) e l'abbandono di John Steel a favore di Barry Jenkins (1944, Leicester, Gran Bretagna), la formazione apre il 1966 con il notevole singolo "Inside Looking Out", seguito un mese più tardi da "Don't Bring Me Down" e quindi dal terzo, prezioso album Animalism (negli Stati Uniti viene pubblicato, nel settembre 1966, come Animalization e con tracce diverse rispetto al titolo britannico).

A questo punto Burdon lascia il gruppo, ma in settembre pubblica il 45 giri "See See Rider" accreditato ai New Animals (ma in realtà inciso dal solo Burdon). È una svolta verso il nascente movimento psichedelico, tanto che in California nascono, attorno al cantante e a Jenkins, i New Animals: il chitarrista Johnny Weider (1947, Shepherd's Bush, Gran Bretagna), il bassista Danny McCulloch (1945, Londra) e il chitarrista Vic Briggs (1945, Twickenham, Gran Bretagna) completano il quintetto.

Il primo frutto del nuovo corso è l'incerto Eric Is Here della primavera 1967, inciso (prima di formare i New Animals) con dei turnisti e appesantito da ingombranti orchestrazioni decisamente fuori luogo.

 

È Winds Of Change (pubblicato alcuni mesi dopo) a presentare il vero, nuovo marchio Eric Burdon & The New Animals, con sonorità più in linea con quell'eccezionale annata durante la quale il cantante partecipa anche al Monterey Pop Festival. Il disco contiene "San Franciscan Nights" (uno degli inni della generazione hippie), "Paint It Black" e "Yes I'm Experienced" (la risposta alla domanda hendrixiana "Are You Experienced ?").

Nel 1968, sospinti dall'ottima performance di Monterey e dall'inno pacifista "Sky Pilot", gli album The Twain Shall Meet e Every One Of Us (con l'aggiunta del tastierista Zoot Money all'organico) confermano un Eric Burdon alle prese con percorsi lontani dagli inizi ("New York 1963-America 1968" è una lunga pièce di ben venti minuti). Scoraggiato dagli scarsi riscontri in patria, quando gli ultimi due album vengono pubblicati ha già sciolto i New Animals per dedicarsi a un interessante carriera solista.

Nel 1977 Before We Were So Rudely Interrupted testimonia la ricostituzione del quintetto originale presentando composizioni sorprendentemente fresche, grintose e ottimamente suonate. Ma è solo un piacevole episodio isolato, come confermano il deludente The Ark (1983) e il patetico disco dal vivo Rip It To Shreds: Their Greatest Hits Live (1984).

(tratto da "La storia del rock")

Animals

Discografia

ANIMALS
Animals (Columbia, 1964)
Animal Tracks (Columbia, 1964)
Animalisms (Decca, 1966)
In The Beginning (Sundazed, 1972)
Best (1973)
Before We Were So Rudely Interrupted (Repertoire, 1976)
Ark (Castle, 1983)
Greatest Hits Live (IRS, 1984)

ERIC BURDON
Winds Of Change (One Way, 1967)
Twain Shall Meet (One Way, 1968)
Everyone Of Us (One Way, 1968)
Love Is (One Way, 1969)
Eri Burdon Declares War (Rhino, 1970)
The Black Man's Burdon (Rhino, 1970)
Pietra miliare
Consigliato da OR

Animals su OndaRock

Animals sul web

Fansite