Laibach

Laibach

Il gruppo rappresenta l'ala musicale del collettivo artistico-politico Neue Slowenische Kunst - NSK, nato a Lubiana (Laibach è il nome tedesco della città), in Slovenia nel 1984. Negli anni ha prodotto una delle più originali varianti dell'electrorock-avantgarde pubblicando una mole sterminata di materiale.
Il collettivo si è occupato principalmente dell'estetica del potere e della sottomissione, della messinscena del dominio e dell'annullamento del singolo nel collettivo. Inoltre, fin dall'inizio, la NSK/Laibach si è dedicata a una strategia della sovraidentificazione. Usando come base teorica le tesi dello psicanalista sloveno Slavoj Žižek, già allievo di Jacques Lacan, i Laibach operano una sovversione che non deriva dalla presa di distanza ironica, bensì dal prendere il sistema troppo sul serio. A dover essere affermati sono proprio gli aspetti dell'esistente che non possono essere espressi apertamente, ma che fanno parte nell'ordine simbolico dominante. Tale articolazione affermativa è sovversiva, poiché è nelle verità nascoste dell'ordine simbolico che sono inscritti i punti di rottura. L'affermazione di questa verità rende visibile la rottura.

Nella loro estetica, i NSK/Laibach si rifanno all'avanguardia classica degli anni Venti, la cui eredità attinge al medesimo pozzo utilizzato per tutte le successive rappresentazioni estetiche dell'ideologia politica. Per mostrare la relazione tra forme estetiche e ideologia politica, Laibach riproduce l'estetizzazione fascistoide del politico e del sociale, senza alcuna presa di distanza. La messinscena del dominio e il desiderio di sottomissione vengono affermati, non criticati. Nell'accezione dei Laibach, distanza critica significa infatti innanzi tutto possibilità di sottrarsi alla conoscenza sul funzionamento dell'estetizzazione dell'ideologia. Per questo, il gruppo rifiuta in generale sia di commentare le proprie azioni sia di porsi criticamente.

Un buon esempio delle modalità d'azione dei Laibach è una performance che il gruppo tenne nei primi anni 90 allo Stadio Stella Rossa di Belgrado. L'apice fu un discorso nazionalista militante in lingua serba. Gli spettatori vennero esortati a mantenere e difendere con ogni mezzo la purezza e l'orgoglio del popolo serbo e l'entità del suolo serbo. Come sottofondo al discorso, i Laibach allestirono tutta la messinscena dell'estetica fascista, eliminando consapevolmente, in questa grandiosa esibizione di epos nazionalista, ogni elemento di presa di distanza. Per quel che riguardava i contenuti, il discorso non era altro che l'ennesimo inasprimento della retorica nazionalista, nello stesso periodo ascoltabile ovunque negli stati della Jugoslavia in via di disgregazione. Il gruppo era ben consapevole del pericolo celato da questa contestualizzazione, non solo per la forma, ma anche per l'effetto prodotto. I Laibach risolsero il problema grazie a un'enorme provocazione: durante il discorso scorrevano, in tedesco e senza soluzione di continuità, parole chiave e frasi significative della retorica del Blut und Boden. Davanti al background dei crimini che i nazifascisti e i loro alleati avevano commesso in Serbia, ogni lettura affermativa poteva essere esclusa; cosa che doveva avere sugli spettatori un effetto disturbante, poiché l'affermazione dell'eroismo nazionalista serbo venne condotta su tutti gli altri piani con la massima coerenza.

Dall'inizio degli anni Novanta, il gruppo si è dedicato soprattutto ai meccanismi di costruzione della nazione. Tenendo come sfondo la divisione statal-nazionale della ex-Jugoslavia, il gruppo ha proclamato la fondazione dello Stato della NSK. Per perseguire tale scopo si è fatto ricorso a tutti gli attributi simbolici dello Stato nazionale. Grazie a un sapiente montaggio di reperti della memoria collettiva si è anche inventata una storia nazionale. Con lo Stato della NSK si è dimostrato che anche una sovraidentificazione grottesca di quel tipo poteva essere confermata dalla realtà. Le prassi avevano come sfondo la (ex-)Jugoslavia. Secondo Zizek, il gruppo ne crea uno specchio nel quale l'Occidente scopre la propria verità nascosta.
Anche quando gli artisti della NSK/Laibach si servono di forme estetiche del fascismo storico o del socialismo reale, che definiscono totalitarismo, al contempo alludono all'Occidente libero liberal-capitalista. Nell'accezione della NSK/Laibach il totalitarismo non è l'antitesi del libero e democratico Occidente, ma un fenomeno il cui sviluppo è intrinseco di ogni società che produce merci.

(Fonte: Wikipedia)

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